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Lazio maledetta al Bentegodi

Apre Zaccagni, pari di Henry. Altri due punti buttati. L'arbitro Ayroldi annulla un gol a Casale

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Campionato maledetto tra errori e arbitraggi vergognosi. La Lazio si butta via anche a Verona e subisce l’ennesima rimonta di una stagione che in serie A sta riservando solo amarezze. Va in vantaggio con l’ex Zaccagni al termine di un’azione spettacolare poi non rischia nulla fino al pareggio della squadra di Baroni che sfrutta una papera di Provedel. Cross innocuo di Ngonge, respinta sui piedi di Suslov e colpo di pancia di Henry tanto fortunoso quanto letale. Siamo nel cuore di una ripresa in cui la Lazio aveva fallito tante volte il gol del raddoppio per eccesso di leziosità e poca voglia di andare a prendersi una partita che stava diventando sporca. Anche stavolta cambi tardivi, a parte quello iniziale di Hysaj per l’infortunato Marusic (colpo all’occhio), Sarri decide di dare spazio a Pedro e Castellanos togliendo Immobile e Zaccagni sull’1-1 con una mossa tanto discutibile quanto dannosa. Nel finale viene espulso Duda ma il fortino del Bentegodi, stracolmo per la festa dei 60 anni dell’impianto scaligero, resiste e il pareggio è oro colato per la sgangherata truppa di Baroni. 
In superiorità numerica almeno altre due occasioni dopo l’ingresso, anche questo tardivo, di Pellegrini e Vecino che almeno hanno vivacizzato gli ultimi minuti di inutile assedio. Fin qui l’analisi tecnica della gara che certifica l’uscita di scena della Lazio da questo campionato deludente sotto tutti gli aspetti. Altro che Europa o rimonta Champions, impossibile fare calcoli sulle dirette concorrenti ai posti in paradiso perché sarà una stagione interlocutoria senza sussulti. Sette punti conquistati in otto trasferte danno il senso dello scempio a cui i tifosi stanno assistendo con risultati positivi regalati agli avversari di turno, spesso molto più deboli. 
Ai limiti strutturali e mentali della squadra si unisce un nuovo arbitraggio vergognoso che dovrebbe spingere il presidente Lotito a chiedere conto alla Federazione dove sicuramente non ha molti amici. La Lazio ha perso a Salerno e pareggiato a Verona per colpe proprie ma viene malmenata e finisce sempre con più ammoniti degli avversari. Anche ieri, dopo la clamorosa mancata espulsione di Gyomber all’Arechi, Duda doveva prendere il secondo giallo all’inizio del secondo tempo (rosso solo nel finale), per non parlare del gol della vittoria di Casale annullato per un presunto fallo sul centrocampista polacco (che non doveva essere in campo). L’arbitro Ayroldi ha concesso il gol, il Var, lo sconosciuto giovane Daniele Paterna di Teramo, solo intravisto in A, ha fatto togliere la rete al difensore laziale con un intervento forzato almeno secondo il protocollo (in genere deve decidere l’arbitro di campo questi contrasti). Tutti in silenzio alla fine, si vede che va bene così al club.
Piccoli episodi ma, con un gruppo in difficoltà, fanno tutta la differenza del mondo. Tant’è, Lazio senza cuore nel finale e anche senza fortuna in qualche episodio che poteva dare la vittoria scacciacrisi, e pareggio amaro che spegne ogni velleità di lottare per un posto tra le prime quattro, anzi meglio cominciare a guardarsi le spalle, almeno fino a marzo. Classifica imbarazzante, mercoledì la Champions a Madrid prima della sfida di domenica prossima contro l’Inter. C’è da essere preoccupati.
 

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