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Luis Alberto guida la Lazio

Il Mago in campo nella difficile trasferta di Verona: i biancocelesti a caccia di punti pesanti

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tre vittorie sofferte senza subire gol ma la sensazione che la crisi non sia passata. A 24 ore dalla trasferta di Verona, Sarri ha tanti dubbi di formazione ma la sua Lazio almeno ritrova Luis Alberto che risponde presente nonostante una condizione fisica precaria. Il dolore al pube lo penalizza, a volte la zona s’infiamma e lo costringe ad abbandonare la squadra come accaduto contro la Roma nel derby e la scorsa settimana contro il Cagliari (è uscito dopo 56’ minuti per il solito problema facendo temere il peggio ai tifosi presenti all’Olimpico). In coppa Italia è rimasto a guardare, ha tifato per i compagni, adesso è pronto a tornare al comando della Lazio. Ha parlato con Sarri, ha dato il suo ok a scendere in campo in una gara fondamentale per il prosieguo del campionato, ieri si è allenato con il gruppo dando risposte soddisfacenti tra tanti giocatori con guai fisici. 
Non è un caso che dopo un promettente inizio di stagione e un rendimento da leader indiscusso del gruppo (il rinnovo di contratto firmato in estate lo ha legato ancora di più ai colori biancocelesti), ha avuto un calo anche per colpa di un ruolo che lo costringe a uno sfiancante lavoro difensivo. Percorre una media di 12 chilometri a partita, impensabile vederlo così partecipe dello spartito sarriano con l’allenatore che ha trovato il modo giusto per farlo sentire al centro del progetto. 
Finora 18 presenze (1490 minuti totali), tre gol contro Napoli, Juventus e Sassuolo, tutti in trasferta dove la Lazio sta mostrando preoccupanti limiti (sei sconfitte nelle nove partite lontano da casa). Al suo attivo anche due assist in serie A, più l’autorete dell’atalantino De Ketelaere provocata da un suo angolo, oltre al prezioso cross che ha determinato il gol di Provedel all’ultimo secondo della sfida contro l’Atletico Madrid in Champions. Sarri è pronto a dargli ancora una volta le chiavi del centrocampo che, grazie alla crescita di Guendouzi e Rovella, ha trovato una fisionomia quasi definitiva. Certo, i nodi da sciogliere restano ancora tanti, col gioco che non decolla, anzi sembra la squadra non ritrovi più la capacità di sfondare le difese avversarie come accadeva nella stagione passata. E così la stucchevole melina orizzontale non produce tante occasioni e soprattutto si segna poco. Quasi un ossimoro per il calcio di Sarri ma, tant’è, ora c’è da rimontare posizioni per restare aggrappati al treno Champions con la certezza che i giochi si faranno a marzo. E la Lazio guidata dal Mago vuole esser lì a lottare per i posti in paradiso. Per questa ragione la sfida di domani al Bentegodi, insolitamente pieno di veronesi per la festa dei suoi primi «60 anni», diventa un crocevia fondamentale per la storia di questa tormentata stagione. Ma, tra tanti problemi, Sarri sa di poter contare sul leader tecnico di una squadra che non deve mollare troppo presto l’obiettivo–di ascoltare per due anni di seguito la musichetta della Champions.
 

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