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"Pino Daniele Day è una festa per diffondere l'arte di papà"

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Un giorno intero per celebrare la musica di Pino Daniele. Oggi, 19 marzo, l’artista partenopeo avrebbe compiuto 69 anni e verrà ricordato attraverso il «Pino Daniele Day». Il suo primo album dal vivo «Sciò Live» verrà ripubblicato in edizione speciale con l’aggiunta di 4 brani inediti. Poi talk, concerti e il lancio del «Musicante Award», un concorso dedicato ai giovani musicisti le cui iscrizioni si aprono proprio oggi.
Alessandro, per il «Pino Daniele Day» verrà pubblicherà la versione rimasterizzata di «Sciò Live».

Perché questo disco è ancora così attuale?
«Sono passati 40 anni esatti e quello fu il suo primo album dal vivo. Abbiamo ritrovato registrazioni inedite risalenti a un concerto del 14 settembre 1984 a Roma.
All’epoca nessuno suonava come loro. Avevano una grande passione e riuscivano a coniugare istinto e virtuosismi».

Era quello il segreto dell’arte di suo padre?
«Forse sì. Pino ha sempre studiato molto ma cercava di far arrivare al pubblico le sue emozioni e i sentimenti. Riusciva a comunicare tutto attraverso gli stati d’animo».

Oggi a Napoli ci sarà anche un talk e un live in versione unplugged con tre giovani musiciste emergenti promosse dalla Fondazione Pino Daniele Ets. Cosa vi ha spinto a muovervi in questa direzione?
«Sarà un’occasione per dialogare con altre generazioni. Vogliamo far incontrare chi ha conosciuto Pino e chi lo ha solo ascoltato o lo deve ancora ascoltare. Per questo abbiamo scelto tre artiste donne: una chitarrista, un’interprete e una compositrice. In altre parole le sue tre anime artistiche. Cerchiamo di proseguire sulla strada tracciata da papà, seguendo i suoi valori».

Quali erano?
«Papà voleva dare spazio ai giovani e amava reinterpretare le sue canzoni con il loro linguaggio.
Rielaborava continuamente le sue opere e il suo mondo artistico. Insomma metteva la sua musica a disposizione degli altri. Ora sto cercando di trasmettere tutto questo alle giovani generazioni attraverso un sistema meritocratico».

Nel 2025 ci sarà il decennale della morte di suo padre. Per celebrare l’anniversario organizzerete a Napoli un grande evento e la finale di un premio musicale: il «Musicante Award». A chi si rivolge?
«Vogliamo dare spazio ai ragazzi che scelgono la musica per un bisogno interiore. Vogliamo farli venire allo scoperto. Abbiamo chiesto di proporre inediti e un brano rielaborato tra quelli composti da papà. Per valorizzare i singoli musicisti, nel brano da rielaborare dovranno lasciare spazio a un intervento solista. Ci saranno vere e proprie nomination per il miglior gruppo, testo, vocalità, interpretazione e miglior performance strumentale. Solo chi avrà ricevuto più nomination vincerà il Premio Pino Daniele».

Qual è l’eredità artistica più significativa che suo padre ci ha lasciato?
«Pino ci lascia un patrimonio di opere originali e di idee che influenzeranno le generazioni perché bisogna guardare al passato per creare qualcosa di nuovo, per essere innovativi. Proprio come ha fatto mio padre che, così facendo, è diventato un caposcuola. Le opere del passato fanno scuola e Pino rappresenta un "background", un punto di partenza».

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