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Le Ong cavalcano l'ennesima strage di migranti: "A Natale frontiere aperte"

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Foto: Ansa

Valerio Castro
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Un nuovo naufragio, un'altra strage di migranti. Con le Ong che strumentalizzano la "tratta dei nuovi schiavi" come l'ha chiamata Il Tempo nelle ultime inchieste sul business dei trafficanti di esseri umani dal Nord Africa all'Europa. L'ultimo caso è successo nel Mediterraneo centrale. Secondo quanto riferisce sul proprio account X Sea-Watch, "116 persone hanno perso la vita nell'ennesimo naufragio del 2025. L'unico sopravvissuto è stato salvato da un pescatore tunisino. Erano partiti giovedì scorso, e lunedì le abbiamo cercate con Seabird. Oggi Alarm Phone conferma il naufragio, avvenuto poco dopo la partenza". 

 

La nave naufragata nel Mediterraneo Centrale avrebbe avuto a bordo 117 persone e sarebbe partita da Zuwara, dalle coste della Libia, la sera 18 dicembre, ricostruisce Alarm Phone, che precisa di aver ricevuto informazioni sulla partenza, e di aver "ripetutamente tentato di contattare l'imbarcazione tramite telefono satellitare, senza successo. Le guardie costiere e le ONG competenti sono state allertate, nonostante non disponessero di una posizione GPS". "Quando abbiamo contattato la Guardia Costiera italiana, hanno confermato di aver ricevuto la nostra email, ma hanno immediatamente interrotto la chiamata senza fornire ulteriori informazioni o rassicurazioni", mentre - prosegue Alarm Phone - "la cosiddetta Guardia Costiera libica ci ha comunicato telefonicamente di non aver soccorso né intercettato alcuna imbarcazione il 18 o il 19 dicembre". "La sera del 21 dicembre il sistema di alert ha "ricevuto la notizia che alcuni pescatori tunisini avevano trovato un unico sopravvissuto su una barca di legno. Secondo quanto riferito, ha dichiarato di essere partito da Zuwara due giorni prima e di essere l'unico sopravvissuto". "Secondo la sua testimonianza - riporta Alarm Phone -, solo poche ore dopo la partenza le condizioni meteo sono peggiorate drasticamente, con venti che hanno raggiunto i 40 km/h. Era estremamente debole e non siamo riusciti a ottenere un resoconto dettagliato dell'accaduto. Il sopravvissuto sarebbe stato trasferito in un ospedale in Tunisia dai pescatori". Alarm Phone "ha cercato di verificare questa informazione, ma non è ancora riuscita a confermarla pienamente".

 

Al netto di una dinamica tristemente nota in cui si sovrappongono la disperazione di chi parte e l'assenza di scrupoli del racket degli scafisti che Il Tempo ha recentemente documentato, arriva la surreale richiesta delle Ong che pretende frontiere aperte e immigrazione libera per le feste. "La violenza alle frontiere non si ferma nemmeno a Natale. Se le frontiere fossero aperte, queste persone probabilmente non sarebbero mai state costrette ad attraversare il Mediterraneo. Vogliamo risposte! Tutto ciò che vogliamo per Natale sono frontiere aperte", si legge sull'account X dell'Ong Sea Watch. Accuse fumose e generiche arrivano da parte di Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde. "Le notizie che arrivano da Alarm Phone parlano di 116 persone disperse in un naufragio al largo della Libia. Uomini, donne e bambini lasciati senza soccorso, nel silenzio e nell'indifferenza delle autorità. È un'ennesima tragedia che avviene alla vigilia del Natale, mentre si moltiplicano retorica e celebrazioni, ma si continua a chiudere gli occhi davanti a vite umane che affondano nel Mediterraneo". 

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