Ombre rosse
Ombre rosse a Roma, parla il delegato di Kim. Putiniani, maduristi e ProPal riuniti nel centro sociale
Figli della stessa rabbia anti-occidentale, e dello stesso amore per i regimi rossi, vecchi e nuovi. Al Centro sociale autogestito Intifada, nel quartiere romano di Casal Bruciato, va in scena l’Internazionale antimperialista, ennesimo esempio della convergenza di fatto tra movimenti antagonisti, sinistra estrema, putinismo e islamismo ProPal. Con un propellente inedito: l’influenza diretta dei rappresentanti dei totalitarismi neo -socialisti.
L’occasione è la proiezione del documentario della tv di Stato russa «Bambini del Donbass» organizzata dalla Banda Bassotti, gruppo combat rock che tambureggia da decenni la colonna sonora di movimenti e collettivi. Per il film e il pranzo sociale che lo ha preceduto domenica scorsa, negli spazi autogestiti a ridosso della Tiburtina, tra bandiere di Cuba e della DDR c’erano anche i rappresentanti diplomatici di Mosca, Caracas e Pyongyang. Un trattamento speciale lo ha ricevuto l’ambasciatore della Corea del Nord in Italia, Ri Kwang Hyok, che è stato protagonista di un affettuoso scambio di doni con gli anfitrioni ella giornata e di un discorso dal palco, ornato per l’occasione con la bandiera del paese asiatico guidato da Kim Jong-un, il tutto davanti a circa 300 militanti.
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«Ringraziamo l’Ambasciata della Federazione Russa di aver mandato un suo rappresentante, ringraziamo l’Ambasciata del Venezuela, è stata con noi l’Ambasciatrice e ringraziamo l’Ambasciata della Repubblica della Corea del Nord per aver raccontato ai partecipanti la verità sul proprio paese», dichiara sui social la band che ben prima dell’invasione russa si era recata nel Donbass con la «Carovana antifascista» per portare aiuti e solidarietà ai filorussi in lotta contro «l’Ucraina nazista».
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Oltre alla pastasciutta sociale, il piatto forte della domenica negli ampi spazi autogestiti è stato il film «Children of Donbass» prodotto da Rt, l’ex Russia Today sanzionata dall’Ue, documentario che offre il punto di vista del Cremlino sul trasferimento in territorio russo di 20mila minorenni ucraini. Una guerra fredda di narrazioni che si sovrappone ai conflitti in corso e che si combatte al fianco della Novorossija che Mosca sta strappando all’Ucraina, ma anche di Gaza con l’immancabile striscione «Dal fiume al mare». L’Internazionale antimperialista mette insieme Maduro e Che Guevara, Stalin e Putin, Mao e Kim, e traccia una linea rigorosamente rossa tra il Donbass e Casal Bruciato.