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Condominio, cosa cambia: dai pagamenti ai morosi alla laurea per l'amministratore

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Foto: Unsplash

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Stretta sui rendiconti, pagamenti tracciabili e possibilità per i creditori di rivalersi sui tutti i condomini, non solo sui morosi. Sono alcune delle misure cui punta la riforma dei condomini, presentata da Fratelli d'Italia a prima firma Elisabetta Gardini e ora assegnata alla commissione Giustizia della Camera, che non ne ha ancora iniziato l'esame. "In Italia ci sono circa 1,2 milioni di edifici condominiali che contribuiscono almeno all’1,5 per cento del prodotto interno lordo per le sole spese correnti. Tale percentuale aumenta, dal 4 al 6 per cento, con riguardo anche al tema strategico delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni edilizie", premette la proposta di legge, e "tali valori sono destinati a crescere ulteriormente per effetto delle normative che saranno verosimilmente adottate al fine di incentivare la transizione energetica e gli adeguamenti connessi alla sicurezza".

Per questo, "il funzionamento economico del condominio deve essere definito con chiarezza e ispirato a criteri di trasparenza e conoscibilità, al fine di tutelare l’affidamento degli operatori economici che entrano in relazione con il condominio, oltre che dei condomini stessi". La proposta di legge, in 17 articoli, chiede quindi che "tutti i pagamenti effettuati per conto del condominio o in favore del condominio sono eseguiti su specifico conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio medesimo". Si prevede che "i creditori possono agire sulle somme disponibili sul conto corrente condominiale per l’intero credito vantato e, in via sussidiaria, sui beni dei condomini nella misura della morosità di ciascuno. Per il residuo debito, dopo l’infruttuosa escussione dei morosi, i creditori possono agire nei confronti dei condomini in regola con i pagamenti, i quali rispondono in proporzione alla quota di partecipazione alla spesa e hanno azione di regresso contro i morosi per quanto ancora dovuto da ciascuno di essi". Si richiede, per svolgere l'incarico di amministratore, "la laurea, anche triennale, in materie economiche, giuridiche o scientifiche e tecnologiche" e per lo svolgimento delle attività di amministratore di condominio e di revisore condominiale è subordinato "all’iscrizione nell’apposito elenco tenuto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy".

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