Quel giudice che ha liberato Shahin salvò anche due magrebini accusati per una macelleria clandestina
Si chiama Ludovico Morello il giudice della Corte d’Appello di Torino che ha firmato l’ordinanza che ha consentito a Mohamed Shahin di uscire dal Cpr di Caltanissetta nonostante il provvedimento di espulsione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Ma Morello è già stato al centro delle cronache per altri provvedimenti: «Assolti perché il fatto non sussiste», sono le parole pronunciate da lui quando era giudice del Tribunale di Ivrea, in merito alla sentenza di assoluzione nei confronti dei 7 imputati finiti a processo per il rogo che il 19 marzo 2013 distrusse il capannone C (nel comprensorio industriale ex Olivetti di Scarmagno) dove lavoravano tre aziende e oltre 500 dipendenti. Poi l’assoluzione nel 2015 di due magrebini, relativamente alla presenza di macellazione clandestina di agnelli, secondo il rito islamico, in una proprietà privata, alle porte di Rivarolo.
Infine la questione delle plusvalenze della Juventus: Morello, allora gip del Tribunale di Torino, nell’ottobre del 2022 ha respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e altri indagati dell'inchiesta sui conti della società bianconera. Alla luce degli atti disponibili in quel momento, il giudice ha scritto che se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard «risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste».
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