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P38 e lo show dell'orrore su Moro e Br, per i giudici non è terrorismo: tutti assolti

Gianni Di Capua
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Stella a 5 punte, passamontagna, canzoni che inneggiano alle Brigate rosse ma per i giudici non è istigazione al terrorismo, diffamazione o vilipendio delle istituzioni. Il gip di Torino Anna Mascolo, accogliendo la proposta del pm Paolo Scafi, ha disposto l’archiviazione per i quattro componenti della band P38 e per l'ex presidente del circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia, indagato solo per istigazione al terrorismo, dove il grupp si era esibito ormai tre anni e mezzo fa. 

"Le condotte contestate costituirebbero soltanto un’operazione artistico musicale provocatoria che affonda le sue radici nel genere rap/trap e che costituisce la sua voluta novità nel proporre come modello antisociale il terrorista degli anni ’70", si legge - come riporta la Gazzetta di Reggio - nella sentenza destinata a far discutere. 

I fatti risalgono al primo maggio 2022 quando il circolo Arci ospita il concerto della band che si esibisce con il passamontagna, la stella a cinque punte delle Br e brani che inneggiano alla lotta armata e contro polizia e carabinieri. Proprio il figlio di un carabiniere, seguito dalla figlia di Aldo Moro, Maria Fida, e il figlio di Marco Biagi, Lorenzo, vittime delle Br, aveva sollevato il caso poi finito in tribunale. Ma per i giudici siamo nell’espressione artistica, anche quando su Moro cantano "presidente mi sembra stanco, la metto dentro una Renault 4" perché la canzone, scrivono i giudici, "si limita a rievocare (in modo eticamente spregevole) la tragica uccisione senza attribuire alla vittima qualità negative". Insomma, spregevole ma non diffamatorio... 

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