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La beffa di Hannoun, daspo a Milano e lui riparte da Sesto San Giovanni. Prove di partito islamista

Giulia Sorrentino

Mohammad Hannoun ci riprova e sfida il Viminale. La settimana scorsa aveva ricevuto da parte della Questura del capoluogo lombardo il daspo per aver, tra le altre cose, inneggiato in piazza alla cosiddetta legge del taglione, secondo cui “chi uccide va ucciso”. Il giordano filo Hamas al centro della nostra inchiesta è attenzionato dalle autorità italiane ma, ciò nonostante, lancia l’ennesima provocazione scendendo oggi in piazza proprio a due passi da Milano, in provincia, esattamente a Sesto San Giovanni.

 

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Questo dopo essersi riunito con le sigle extraparlamentari di Potere al Popolo e il sindacato di base Usb a Piacenza in quelle che sembrano a tutti gli effetti le prove generali per la nascita di un partito islamico.

 

Al centro dell’assemblea, infatti, non c’erano solo temi legati alla Palestina, bensì i salari, il riarmo europeo, e un piano per “cambiare tutto bloccando tutto”. La stessa Marta Collot, di Potere al Popolo, ha confermato a Il Tempo che non ravvisa nessun problema nell’accostarsi ad Hannoun e che non ha intenzione di prenderne le distanze. Intanto, il centrodestra si dice preoccupato da questa prospettiva, mentre la sinistra sceglie la via del silenzio.