
Garlasco, tra depistaggi e quel caso di corruzione: ecco perché è stata riaperta l'indagine

“Clean”, per gli inglesi significa ‘pulire’, per noi italiani è un’operazione che sta e ha sconquassato Pavia con i suoi poteri locali, magistrati discussi e carabinieri corrotti e che ha finito per investire anche il delitto di Garlasco e le ricerche dell’assassino di Chiara Poggi negli ultimi 18 anni. È così che infatti si è arrivati a riaprire le indagini legate all’omicidio che sta tenendo banco nelle ultime settimane e che ha visto Andrea Sempio finire nuovamente al centro delle cronache. Un passo indietro: a ricostruire le dinamiche che hanno portato la procura di Pavia a un clamoroso dietrofront è Luca Fazzo de Il Giornale che racconta come si è arrivati alla decisione di riaprire le indagini. Il procuratore Fabio Napoleone insieme ai suoi pm avrebbe deciso di ribattere la pista Sempio, proprio in base a quanto emerso nell’operazione “Clean” – la stessa che ha portato ad arrestare due carabinieri di Pavia tra i più noti, il maggiore Maurizio Pappalardo e il maresciallo Antonio Scoppetta.
Quel tema sul caso Poggi e il delitto di Garlasco firmato Andrea Sempio
Ma cosa sarebbe successo? L’operazione ‘Clean’ aveva come principale bersaglio un vasto giro di malaffare e un ex eurodeputato, Angelo Ciocca. In una costola delle indagini saltano fuori i nomi dei due investigatori di fiducia della Procura di Pavia e tanto basta per scatenare il panico. In molti li scaricano e a finire sotto la lente è un’intera stagione giudiziaria di Pavia e il sospetto è che anche il caso Garlasco – tra gli altri – possa essere stato indirizzato, addomesticato da chi conduceva le indagini. Tra gli indagati finisce anche Mario Venditti, altro giudice impegnato nel delitto e lo stesso che aveva chiesto l’archiviazione – ottenendola – della posizione di Andrea Sempio nel 2017, a dieci anni dalla morte di Chiara Poggi.
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Come sottolineato dal cronista del quotidiano milanese, “solo così si spiega la determinazione con cui la Procura di Pavia ora batte la pista che porta a Sempio, al punto di assegnare al fascicolo quasi la metà del suo intero organico”. Ciò che importa adesso ai pm è di mettersi al riparo dall’errore giudiziario – o “indagine tossica” come adesso qualcuno la chiama – frutto nella migliore delle ipotesi di incapacità, nella peggiore di connivenza. Le indagini nel frattempo continuano e come sottolineato dall’avvocato di Sempio saranno lunghe. Circostanza questa più che motivata dal fatto che se la pista delle nuove indagini si dovesse rivelare giusta, non ci sarà solo l’assassino di Chiara nel mirino ma anche chi per diciott’anni ha sbagliato.
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