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Irpinia, strage del bus: la Cassazione conferma la condanna a Castellucci

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Diventa definitiva la condanna a 6 anni per omicidio colposo e disastro colposo nei confronti dell'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci. Lo hanno deciso i giudici della Quarta sezione penale della Cassazione nel processo per la strage sull'A16 Napoli-Canosa, avvenuta il 28 luglio 2013, quando un pullman precipitò dal viadotto dell'Acqualonga nel territorio di Monteforte Irpino, ad Avellino, provocando la morte di 40 persone. 

All'udienza dello scorso 1 aprile la procura generale della Suprema Corte aveva chiesto ai giudici della quarta sezione penale di rivalutare la condanna per omicidio colposo nei confronti di Giovanni Castellucci e l'assoluzione dall'accusa di disastro colposo ''perché il fatto non sussiste'' per l'ex ad di Aspi, assolto in primo grado e condannato a 6 anni in appello, e anche per gli altri dirigenti e componenti e del Tronco. Ma la Cassazione ha confermato la condanna in secondo grado che diventa così definitiva. 

I legali di Castellucci, Paola Severino e Filippo Dinacci, commentano: “Le decisioni si rispettano anche quando risultano incomprensibili. La decisione della Suprema Corte di Cassazione ci ha molto colpito. Sulla base delle prove che abbiamo fornito siamo convinti che l'ingegner Castellucci sia totalmente estraneo ai fatti e che abbia sempre svolto accuratamente i propri doveri di Amministratore Delegato. La censura che gli è stata mossa peraltro riguardava attività di esclusiva competenza del progettista, neppure indagato, e ritenevamo pertanto corretta la richiesta del Procuratore Generale della Cassazione di annullare la sentenza. Con questa sentenza, le responsabilità dei vertici diventano pericolosamente onnicomprensive. Utilizzeremo tutti gli istituti che la legge consente affinché possa essere riconosciuta la sua innocenza”.

 

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