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Truffe agli anziani, nel maxi-blitz il copione dei telefonisti: "Non vorrei agitarla...". L'audio

Un gruppo organizzato, con ruoli precisi, quello scoperto da una indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Roma che ha portato a 17 misure cautelari per truffe agli anziani. La banda era gestita da una famiglia napoletana. Nel corso delle perquisizioni legate alla notifica dei provvedimenti, i carabinieri hanno rinvenuto anche un manuale di istruzione con una dettagliata descrizione di ciò che il "telefonista" doveva dire alle vittime per portare a buon fine le truffe. Ma anche circa 40.000 euro in denaro contante, più di 150 schede telefoniche, 30 telefoni cellulari e un grosso quantitativo di gioielli e oggetti in oro. Dei 17 indagati, 7 sono in carcere e 10 ai domiciliari; 13 devono rispondere anche di associazione a delinquere per truffa ed estorsione ai danni di anziani e altri 4 di avere avuto un ruolo nell’esecuzione dei ’colpì. Nel corso delle indagini c’erano già stati 10 arresti, in flagranza di reato, per truffe consumate a Roma, con recupero e restituzione della refurtiva.

La tecnica utilizzata dal gruppo era quasi sempre la stessa: il "telefonista" chiamava la vittima (che è quasi sempre molto anziana e/o in condizione di vulnerabilità) presentandosi come un parente stretto, o come funzionario delle poste o come maresciallo dei carabinieri, per comunicare il coinvolgimento di un nipote o un figlio nella spedizione di un pacco che avrebbe potuto comportare conseguenze negative se non ritirato o in un incidente stradale con feriti, tale da imporre il pagamento immediato di multe o indennizzi. Poi la richiesta di pagamento di una ingente somma di denaro o gioielli al "corriere" o "trasfertista", il prelievo dei valori da parte dell’emissario, che qualche volta faceva video o fotografie per rendere conto all’organizzazione, a distanza, di quanto e cosa veniva preso. Nella maggior parte dei casi, questo ha portato a estremi di reato di truffa aggravata dall’aver ingenerato il timore di un pericolo immaginario e dalla circostanza della minorata difesa. In almeno sei casi è stato, invece, ravvisato il reato di estorsione aggravata. Sono 80 gli episodi contestati agli indagati, consumati nelle province di Roma, Napoli, Latina e Viterbo, nell’arco temporale tra il 13 settembre 2022 e il 20 marzo 2023. C'era anche un gruppo whatsapp che consentiva di monitorare i proventi dei reati commessi. 


 

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