autobiografia

Papa Francesco, la verità sulle dimissioni e le trame vaticane su Ratzinger

Vita di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco. Si intitola "Life. La mia storia nella Storia" l'autobiografia che uscirà in America e in Europa con HarperCollins. Alcune anticipazioni dell'atteso libro scrivvo a quattro mani con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e amico del Ponteficie, sono uscite oggi sul Corriere della sera. Il racconto delle origini piemontesi e del legame con l'Italia, la formazione da studente con Esther, “una donna formidabile, le devo davvero tanto. Era una comunista di quelle vere, atea ma rispettosa: pur avendo le sue idee, non attaccava mai la fede. E mi ha insegnato tanto di politica: mi dava da leggere delle pubblicazioni tra cui quella del partito comunista, Nuestra Palabra… Qualcuno, dopo la mia elezione a Papa, ha detto che parlo spesso dei poveri perché anche io sarei un comunista o un marxista. Anche un cardinale amico mi ha raccontato che una signora, una buona cattolica, gli ha detto di esser convinta che Papa Francesco fosse l’antipapa. La motivazione? Perché non uso le scarpe rosse! Ma parlare dei poveri non significa automaticamente essere comunisti: i poveri sono la bandiera del Vangelo e sono nel cuore di Gesù!... Nelle comunità cristiane si condivideva la proprietà: questo non è comunismo, questo è cristianesimo allo stato puro!", scrive il Papa.

 

Nel libro sono contenute affermazioni che di sicuro non piaceranno a pezzi della sinistra. "Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte; non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole". E ancora: "È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice: dei killer prezzolati, dei sicari! Mai più aborti", e poi condanna "la pratica dell’utero in affitto, una pratica inumana e sempre più diffusa che minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce".

Si parla del golpe in Argentina e dell’incontro con Diego Armando Maradona. E su Benedetto Xvi, Joseph Ratzinger, dice: "Mi ha invece addolorato vedere, negli anni, come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa". Francesco va a trovare Benedetto a Castel Gandolfo. "Decidemmo insieme che sarebbe stato meglio che non vivesse nel nascondimento, come aveva inizialmente ipotizzato, ma che vedesse gente e partecipasse alla vita della Chiesa. Purtroppo servì a poco, perché le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi".

Sulle benedizioni delle coppie omosessuali Bergoglio immagina "una Chiesa madre, che abbracci e accolga tutti, anche chi si sente sbagliato e chi in passato è stato giudicato da noi. Penso alle persone omosessuali o transessuali che cercano il Signore e che invece sono state respinte o cacciate". Il Papa conferma «le benedizioni alle coppie irregolari: voglio soltanto dire che Dio ama tutti, soprattutto i peccatori. E se dei fratelli vescovi decidono di non seguire questa strada, non significa che questa sia l’anticamera di uno scisma, perché la dottrina della Chiesa non viene messa in discussione".

 

Francesco non ha mai nascosto la possibilità di dimettersi. "Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati. Ma questa è un’ipotesi lontana, perché davvero non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia; spiega il Papa. "Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare", è il messaggio a chi, nella Curia, sperava in un passaggio di mano di Bergoglio.