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Lago Maggiore, 007 lancia l'allarme: "Ora siamo un bersaglio dell'Iran"

Sono diversi gli elementi che portano alla "pista" dell'Iran nel caso del naufragio del Lago Maggiore dove una barca con a bordo una ventina tra agenti segreti italia e del Mossad israeliano è andata a picco provocando quatto morti.  Secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, la gita sul lago sulla barca dello skipper Claudio Carminati (che nel naufragio su cui indaga la procura di Bisto Arsizio ha perso la moglie) era stata organizzata per festeggiare il compleanno di uno degli israeliani. I quali, però, con i colleghi italiani pochi giorni prima avrebbero partecipato a una missione contro uno "Stato canaglia". Da Israele puntano l'indice su un punto preciso della cartina: "l’incontro tra agenti segreti israeliani e italiani in una località sul Lago Maggiore per la chiusura di una lunga operazione coronata da successo legata alle tecnologie di armamento non convenzionale iraniane", ha affermato Channel 12.

 

Oggi Tvs, televisione svizzera per l'Italia, riporta le parole di "un ex alto dirigente dell’intelligence italiana" che rilascia dichiarazioni inquietanti. “I servizi segreti iraniani non dimenticano e hanno una memoria di ferro. Se è vero che, e ripeto se, dietro a quanto successo sul Lago Maggiore ci fosse una missione congiunta italo-israeliana contro il nemico di sempre di Israele, per impedirgli di acquistare componenti tecniche e le attrezzature per progetti nucleari e militari, allora l’Italia potrebbe diventare un bersaglio dell’Iran”, afferma l'ex membro dell'Intelligence.

 

La vicenda è degna della massima attenzione. Ai funerali dell’ex agente israeliano morto nel Lago Maggiore c’era anche il capo del Mossad, che ha tenuto l’elogio funebre. La fonte di Tvs spiega i rischi di questo frangente internazionale. L’uscita sulla stampa dei nomi degli agenti morti, afferma l'ex 007, è stata “maldestra" perché ora "la sicurezza di colleghi è messa in grave pericolo". "Gli iraniani, se davvero sono coinvolti, come sembra sia il caso, non dimenticano facilmente e la loro memoria è proverbiale all’interno dell’ambiente. Non succederà niente oggi o domani ma presto o tardi, statene certi, otterranno la loro rivincita: l’Italia è il loro bersaglio e con la pubblicazione dei nomi sanno anche con chi prendersela”, ribadisce l'ex spia citata dalla tv svizzera che consiglia agli italiani che si trovano in Iran di stare molto attenti.