test sui partiti

Elezioni amministrative 2023: comuni al voto, test sui partiti

Gianni Di Capua

 Seggi aperti, oggi e domani, per eleggere sindaci e consigli comunali. Un passaggio elettorale che è anche un test sullo stato di salute dei partiti a sette mesi dall’inizio della legislatura, dopo le elezioni nel Lazio e in Lombardia e le consultazioni regionali e amministrative in Friuli Venezia Giulia. Dalle 7 alle 23 di oggi e dalle 7 alle 15 di lunedì si voterà in 598 Comuni di Regioni a Statuto ordinario. In Sicilia e Sardegna (128 e 37 Comuni) si voterà il 28 e il 29 maggio.

Novantuno i Comuni sopra i 15 mila abitanti, tra i quali 17 capoluoghi di provincia chiamati a rinnovare i consigli comunali: Vicenza, Treviso, Sondrio, Brescia, Imperia, Siena, Massa, Pisa, Latina, Terni, Brindisi, Teramo, Catania, Siracusa, Ragusa e Trapani. Ancona è il solo capoluogo di Regione che va a rinnovare giunta e consiglio comunale. Dei 17 capoluoghi di provincia, otto amministrazioni uscenti sono guidate dal centrodestra (Vicenza, Treviso, Sondrio, Imperia, Siena, Massa, Pisa, Ragusa); cinque dal centrosinistra (Ancona, Brindisi, Brescia, Teramo, Trapani), due sono gestite da un commissario prefettizio (Latina e Catania) e una da Azione (Siracusa).

 

Il centrodestra guidato da Giorgia Meloni sogna di «strappare» al centrosinistra qualche «feudo» come Ancona e punta a confermare le amministrazioni uscenti. Anche se, tra i Comuni dove governa, potrebbe registrare qualche difficoltà a Terni, Massa e Vicenza. La coalizione di governo, inoltre, punta molte delle sue fiches su Brescia, Nella città lombarda i tre leader Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, hanno chiuso la campagna elettorale di questa prima tornata, per poi ritrovarsi il 26 a Catania, dove contano di vincere con Enrico Trantino. Sull’altro fronte, il centrosinistra, e la segretaria dem in particolare, punta sull’effetto Udine: nella città friulana, poco più di un mese fa, la coalizione larghissima di cui facevano parte anche M5s e Pd ha vinto contro ogni pronostico. Alle amministrative, infatti, la coalizione è la strada obbligata al secondo turno. Ed è a quell’obiettivo che Elly Schlein e Giuseppe Conte puntano: superare il primo turno per ritrovarsi insieme ai ballottaggi. Uno schema con il quale sperano di vincere contro la destra in molti Comuni, primi tra tutti Latina ed Ancona. Nel Lazio questa tornata elettorale interesserà 560.894 cittadini, divisi in 47 Comuni, 12 dei quali con più di 15 mila abitanti. I candidati a sindaco sono in tutto 160, suddivisi in 62 per la provincia di Roma, 44 in provincia di Frosinone, 17 in provincia di Rieti e 7 in provincia di Viterbo. E tra questi ci sono anche alcuni volti noti della politica italiana.

 

Si candida a sindaco di Arpino, nel frusinate, Vittorio Sgarbi. Il leader di Rinascimento dopo cinque anni al governo della città di Sutri, nel viterbese, è pronto a prendere la guida del piccolo Comune, che conta 6.799 abitanti. Sottosegretario alla Cultura, Sgarbi ha un curriculum che lo ha visto già sindaco di San Severino Marche dal 1992 al 1993, e di Salemi, nel trapanese, dal 2008 al 2012. Oggi è pronto a sfidare il civico Andrea Chietini di Arpino in Comune e Gianluca Quadrini di Direzione Arpino. Tra i candidati già noti alla politica ci sono anche Mario Baccini, candidato a Fiumicino per il centrodestra, già ministro all’Istruzione nel governo Berlusconi III e Silvano Moffa, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture a cavallo nel governo Berlusconi II e III, in corsa per il Comune di Segni. Tre volte sindaco di Colleferro ed ex presidente della provincia di Roma, Moffa ha mosso i primi passi in politica nel Movimento sociale italiano. Oggi, dopo essere passato da Alleanza nazionale e al Popolo della Libertà, ora si candida come esponente civico della lista «Nuova Segni» e sfida il civico Cesare Rinaldi di «Si Amo Segni».