covid e vaccino
Covid, ci mancava Omicron 5. Pregliasco torna alla carica: quarta dose a settembre con vaccino bivalente
Non bastavano la guerra, il prezzo di benzina e gas alle stelle e il potere di acquisto degli Italiani sceso ben al di sotto della soglia di allarme. Presto tornerà anche il Covid, gli appelli giornalieri a vaccinarsi e nuove, possibili, restrizioni. A ricordare ai nostri connazionali che la peggiore pandemia dai tempi della Spagnola è tutt'altro che superata è il virologo dell'università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, ospite lunedì 6 giugno della trasmissione “Un giorno da pecora”, in onda su Rai Radio1.
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“In Portogallo c'è la variante Omicron 5, che ha caratteristiche di maggiore diffusività, molto di più rispetto a tutte le altre: più contagiosa, ma meno grave. Per noi potrebbe diventare un problema in autunno”. Uno scenario complicato, soprattutto per il rischio che l'ennesima mutazione del virus possa diventare dominante anche in Italia. “Spero tra qualche mese, almeno a settembre. Certo in autunno un rialzo ci sarà sicuramente”.
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Una situazione che potrebbe rimettere in discussione libertà di movimento e, di conseguenza, ripresa economica. “Monitoriamo la situazione intanto e ricordiamoci che questo virus è con noi”: Pregliasco ha poi parlato della possibile quarta dose di vaccino, da farsi in autunno. “Da settembre ci potrebbe essere una vaccinazione bivalente, con il Covid di Wuhan e la variante”. Parole che, pur non creando al momento un vero e proprio allarme, creano in ogni caso apprensione.
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Eppure ad oggi sono quasi 50 milioni gli Italiani che hanno concluso il ciclo completo. Quasi 40 quelli che si sono fatti inoculare anche la terza dose. Numeri importanti, che però non inducono ancora i virologi all'ottimismo. E questo nonostante le terapie intensive siano, sostanzialmente, vuote. Oggi sono appena 218 le persone ricoverate nei reparti riservati alle situazioni di grave rischio. Numeri davvero modesti, se si pensa che lo scorso agosto erano oltre il doppio. Più in generale, sono 4411 il totale dei ricoverati in strutture ospedaliere. Cifre che farebbero sperare in una luce, in fondo ad un tunnel interminabile, lungo quasi tre anni. La fine di un'emergenza che, al contrario, potrebbe essere rimandata ulteriormente. Ben oltre il prossimo autunno.