"manina" americana

I droni Usa e i missili sul Moskva, il sospetto del generale Bertolini. Atto "grave", così ci trascinano in guerra

C'è la mano americana dietro all'affondamento nel Mar Nero del Moskva che ha rappresentato un colpo di immagine non da poco per la marina russa? Per Mosca si è trattato di una deflagrazione innescata da un incendio nella santabarbara, ma la tesi di Kiev è che due missili anti-nave Neptune abbiano colpito l'ammiraglia che, secondo alcune fonti, avevano a bordo anche due testate nucleari che ora giacciono sul fondale. 

 

"I droni statunitensi controllano continuamente il Mar Nero dall'inizio delle ostilità", spiega il generale Marco Bertolini nella puntata di lunedì 18 aprile di Stasera Italia, il programma condotto da Barbara Palombelli su Rete 4. I velivoli senza pilota americani "partono dalla base di Sigonella,, attraversano la Grecia e puntano a nord ma non passano negli spazi aerei della Turchia, che ha sempre cercato di non intromettersi più di tanto" rivela l'ufficiale.

 

Questi droni "vanno in Bulgaria, sul Mar Nero, e tutto quello che succede" in quella zona "è sotto il controllo di questi droni". Quindi "è molto probabile che ci sia stato un aiuto, diciamo così, da parte statunitense e questo sarebbe molto grave perché innesca una situazione molto delicata". Insomma, l'ipotesi è che gli Usa abbiano fornito a Kiev le informazioni necessarie per colpire la Moskva, mossa che potrebbe essere letta come un intervento diretto nel conflitto e innescare un'escalation che coinvolgerebbe la Nato, con tutte le conseguenze del caso.