non è l'arena

Ucraina, Massimo Giletti sbotta con Giorgio Cremaschi e lo sotterra in diretta. Gelo a Non è l'Arena

Federica Pascale

“A casa mia preferisco far parlare chi sta in guerra!” sbotta Massimo Giletti, spazientito dall’insistenza del sindacalista Giorgio Cremaschi, ospite in collegamento della puntata di domenica 13 marzo di Non è l’Arena, il programma di approfondimento politico condotto da Massimo Giletti in prima serata su La7. “Durante la crisi del 1962, con i missili a Cuba arrivammo sull'orlo della terza guerra mondiale – commenta Cremaschi - e Unione Sovietica e Stati Uniti furono in grado di fare un accordo di pace che salvaguardò Cuba e nello stesso tempo ridusse le armi. Invece che dare le armi agli ucraini, che prolungano la guerra e la loro sofferenza, penso che bisognerebbe togliere le armi e offrire…” continua, ma viene interrotto bruscamente da un Giletti autoritario che chiama Vladislav Maistrouk. “Maistrouk!”, cioè il giornalista ucraino che vive in Italia ma è tornato adesso nel suo Paese per testimoniare gli orrori della guerra.

 

Cremaschi insiste per proseguire la sua analisi ma niente, Giletti lo interrompe e spiega: “Mi saltano i collegamenti! Abbia pazienza, cerchi di capire anche questo. Non lo faccio per togliere la parola ma volano i collegamenti.” Cremaschi intimorito accenna un “non si arrabbi, non si arrabbi” al quale Giletti risponde nuovamente con sempre meno pazienza: “Mi agito perché se io la interrompo, non lo faccio per lo sgarbo. Mi ha fatto perdere un minuto di una persona che fa fatica a far capire ciò che sta succedendo in Ucraina. Prego Maistrouk!” taglia corto.

 

“Non aiutare una vittima, è essere complici” afferma il giornalista ucraino, che risponde alla posizione di Cremaschi: “Capisco che gli ucraini, aggrediti, facciano un ragionamento dal loro punto di vista assolutamente logico e coerente. Però, la no fly zone è la terza guerra mondiale. Mandare le armi in una situazione di questo tipo è un atto cinico.”