icona per Il Tempo

Monica Vitti, quella bionda atomica che rese Gianni Letta attore

Franco Bechis

C'è un cameo di un film del 1982 che lega la straordinaria carriera di Monica Vitti alla piccola storia di questo giornale, Il Tempo. Una pellicola diretta e interpretata da Alberto Sordi, “Io so che tu sai che io so”, sulla tranquilla vita di un bancario sconvolta dalla scoperta della vita segreta della moglie (Monica), pedinata e intercettata per essere stata scambiata con la moglie di un professore di economia trovato morto a Londra. Sul possibile delitto indaga non solo la polizia, ma anche il direttore de Il Tempo, Gianni Letta, che nel film interpreta se stesso e bussa alla casa dei vicini- Sordi e Vitti- per fare qualche domanda e mettersi in contatto telefonico con l'allora caporedattore del nostro quotidiano.

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

Un cammeo che unisce quindi due storie che non avevano però bisogno di quello per trovarsi. Ai lettori de Il Tempo Monica era familiare, grazie al principe dei critici cinematografici che su quelle colonne la raccontava, Gian Luigi Rondi, che aveva una profonda amicizia con la grande attrice, pur non risparmiandole qualche scritto più pungente quando decise di passare alla regia in coppia con il marito Roberto Russo. Per Rondi Monica era “un'attrice straordinaria”, e raccontava di averla conosciuta grazie a Michelangelo Antonioni che la portò a vederla recitare al teatro Eliseo. “Michelangelo”, ricordò il critico cinematografico de Il Tempo, “puntò su di lei per il suo nuovo cinema, ne colse e ne sfruttò in pieno il talento. Da parte mia l'ho seguita in tutti i suoi lavori fino a quando la malattia l'ha rinchiusa nel suo buio”. Quando a Rondi scappò un po' la penna, lei gli scrisse una lettera firmata semplicemente “Monica” e raccolta nei diari del critico: “Caro Gian Luigi, non so proprio cosa sia successo per incrinare i nostri rapporti… tengo moltissimo al tuo affetto e alla tua amicizia perciò mi manchi molto…Sii generoso, voglimi bene...”. 

 

E' mancata molto a tutti gli italiani la Vitti in questi lunghissimi anni di misterioso buio, e mancherà ancora più oggi che è volata a rivedere la luce. Ma resterà negli occhi di tutti noi la sua straordinaria bellezza e simpatia che fece innamorare e ridere anche me fin da bambino, travolto dall'energia di quella atomica bionda dagli occhioni che ammaliavano e con quella voce ròca e sensuale che l'ha fatta ammirare e desiderare da milioni di italiani.