il virus dilaga in Piemonte

Allarme peste suina. Ornella Muti e Naike Rivelli: "Non abbattete i nostri maiali"

Valeria Di Corrado

Archiviata la sua partecipazione a Sanremo, nella veste di co-conduttrice al fianco di Amadeus, Ornella Muti torna nella sua cascina in campagna a Lerno, in provincia di Alessandria, dove vive insieme alla figlia Naike Rivelli. L'attrice e l'influencer hanno un'emergenza in casa da affrontare: il rischio che i veterinari della Asl possano andare a prelevare i loro due maialini d'affezione e abbatterli. Ornella e la figlia, infatti, abitano proprio all'interno dell'area dichiarata infetta per i casi di peste suina africana riscontrata su 28 cinghiali: 14 in Piemonte e 14 in Liguria. Il primo animale morto, risultato positivo al virus, è stato il 6 gennaio scorso proprio a Ovada, a pochi chilometri dal comune dove risiede l'attrice.

 

 

 

 

La Lav (Lega anti-vivisezione) ha raccolto in un video alcune testimonianze di cittadini proprietari di maialini d'affezione, tra cui quella accorata di Naike Rivelli: "Vi presento Chiara e la Fede. Per noi sono esattamente come loro", spiega l'influencer indicando un cagnolino Chihuahua. La Lav ha messo a disposizione il suo ufficio legale per assistere chi ha adottato maiali minacciati di abbattimento. "La situazione che si è venuta a creare non è tollerabile, per questo stiamo depositando il nostro ricorso al Tar per l’immediata sospensione dei provvedimenti con i quali il Ministero della Salute e la Regione Liguria, per contrastare la diffusione della epidemia di peste suina africana, hanno incredibilmente ordinato l’immediata macellazione/abbattimento anche di animali sani, di tutti i maialini vietnamiti, i maiali, i cinghiali salvati da singoli, associazioni".

 

 

 

 

"Oltre a fornire consulenza ai cittadini preoccupati dalle ipotesi di abbattimento, e ad agire presso il Tar - spiega la Lav - stiamo contestando anche le prime quattro ingiunzioni scritte di abbattimento delle Asl di Alessandria e Biella, e facciamo appello al Commissario delegato alla peste suina, direttore dell'Istituto zooprofilattico del Piemonte, chiedendo un pronto intervento. La recente insorgenza dell’emergenza legata alla diffusione della peste suina africana in alcune aree della Liguria e del Piemonte, infatti, ha determinato un provvedimento del Ministero della Salute che, fra le altre cose, prevede la macellazione immediata dei suini (compresi i cinghiali) detenuti all’interno degli allevamenti bradi, semibradi, misti, familiari. Purtroppo in tali definizioni ricadono anche animali legittimamente detenuti da tanti cittadini che hanno scelto di convivere con un suide (maialini vietnamiti, tailandesi e altri)".

 

 

 

 

"Invitiamo tutte le persone a non adempiere alla intimazione, tanto più laddove non scritta, e di non permettere l’ingresso di estranei nelle proprietà per far prendere gli animali".

 

 

 

 

"Nonostante non ci siano pericoli per la salute umana, tutta Italia non sta più acquistando carne suina da tutto il Piemonte, non solo dalla zona infetta. Per esempio San Daniele e Parma hanno chiuso le porte, le cosce non vanno più in quella direzione, benché la carne non sia infetta", spiega il referente della Regione Piemonte Ivan Radice. Nelle prossime settimane il Piemonte riceverà la visita dei funzionari dell’Unione Europea che dovranno verificare la gestione dell’emergenza. Concluso il monitoraggio, verrà recintata l’aria infetta, operazione in parte agevolata dalle barriere già esistenti costituite dalle recinzioni autostradali, per poter procedere con l’abbattimento dei cinghiali dentro e fuori la zona interessata. Attualmente ci sono 8mila suini nell’area infetta, individuata in 78 comuni della provincia di Alessandria, che complessivamente conta su 29mila capi allevati; altri 190mila suini sono presenti nelle stalle in provincia di Torino e 931mila in provincia di Cuneo.