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L'Aria che tira, Andrea Crisanti denuncia il caos sul mix dei vaccini: confusione inestricabile e niente studi

Andrea Crisanti va nuovamente all’attacco sulla gestione della pandemia in Italia portata avanti dal ministero della Salute guidato da Roberto Speranza. Questa volta a finire nel mirino del professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova è il mix dei vaccini, una confusione denunciata nella puntata del 14 dicembre de L’Aria che Tira, programma di La7 condotto da Myrta Merlino. “Non abbiamo dati, non sappiamo quale sia la protezione - le prime parole del professore sulla vaccinazione eterologa contro il coronavirus -. Un’informazione necessaria nel prossimo futuro riguarda la protezione per la popolazione. I dati li otteniamo dai trial delle case farmaceutiche, che si sono concentrate su singoli vaccini. Non ho dubbi che la vaccinazione eterologa protegga per un certo periodo, ma non abbiamo di fatto i dati per capire chi è più o meno protetto. Nessuno sa quale sia la combinazione migliore, perché nessuno ha fatto uno studio. Noi facciamo riferimento a dati di Pfizer e Moderna che sono coerenti con una vaccinazione basata su due dosi di un unico vaccino. Noi abbiamo creato diversi regimi di immunizzazione e diventa difficile quale sia l’effettivo livello di protezione e molte decisioni in futuro si baseranno sul livello di protezione della popolazione, non sul numero di vaccinati”.

 

 

Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova ha ribadito concetti espressi anche in un’intervista al Fatto Quotidiano: “In Italia e in altri Paesi, non tutti, sono stati fatti quattro vaccini diversi come prima dose (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J, ndr) e come seconda dose tre. Quattro per tre, dodici combinazioni possibili. Ora la terza viene fatta con Pfizer o con Moderna, quindi devi moltiplicare per due. Così in Italia esistono 24 protocolli di immunizzazione differenti, una confusione inestricabile che rende difficili gli studi su livello e durata della protezione”. 

 

 

Per il microbiologo Crisanti gli effettivi nuovi contagi di Covid in Italia potrebbero essere tra i 50 e 70mila al giorno: “Lo dice il numero dei decessi, che in media avvengono a 15-20 giorni dall’infezione. Se abbiamo 80/100 decessi negli ultimi 4-5 giorni vuol dire che 15-20 giorni fa i contagi non erano 8/9 mila, ma perlomeno 35/40 mila. Da allora è probabile che siano saliti, fino ai 50 o 70 mila casi che vediamo in altri Paesi Ue. La mortalità del Covid oggi è circa il 2 per mille in una popolazione con il 70/80 per cento di vaccinati, era l’1 per cento ed è scesa di quattro/cinque volte. Bisogna dividere i decessi per due e moltiplicare per mille. E poi c’è l’uso sconsiderato dei tamponi rapidi, che sottostimano, hanno una sensibilità che a seconda dell’operatore e del test utilizzato va dal 50 al 70 per cento, quindi dà fino al 50 per cento di falsi negativi. Così - conclude Crisanti - mandano in giro persone infette”.