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Il mix di vaccini è la formula vincente contro il Covid. Gli studi sul cocktail di Pfizer, Moderna e AstraZeneca

Il mix di vaccini funziona e lo fa bene, adesso ci sono anche gli studi a dimostrarlo. Una dose di vaccino Moderna, come seconda o terza dose dopo uno tra Pfizer ed AstraZeneca, potenzia gli effetti della copertura vaccinale. La ricerca è stata condotta dall'Università di Oxford e presentata dal professore Matthew Snape: “Abbiamo trovato una risposta immunitaria davvero buona su tutta la linea, superiore alla soglia fissata dal vaccino Oxford-AstraZeneca a due dosi. Abbiamo analizzato gli effetti di una dose di Moderna nei pazienti che, almeno 9 settimane prima, hanno iniziato il ciclo vaccinale con Pfizer o AstraZeneca. Lo stesso vale se, dopo una dose del vaccino Pfizer-BioNTech si prosegue con una di Moderna”. Lo studio dell'Università di Oxford, pubblicato sulla rivista medica Lancet, è stato portato avanti su 1.070 volontari ed ha dimostrato che si sviluppano anticorpi e risposte delle cellule T più elevati rispetto a due dosi di AstraZeneca. Non sono inoltre - riferisce la Reuters - stati rilevati problemi di sicurezza. 

 

 

Un altro studio, pubblicato sulla rivista mBio, dell’American Society for Microbiology, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Los Angeles, ha stabilito che gli anticorpi più efficaci contro il Covid sembrano formarsi a seguito del mix di infezione e vaccinazione. Gli esperti hanno valutato diverse combinazioni di approcci contro Covid: il team, guidato da Otto Yang, ha confrontato i livelli di anticorpi riscontrati nel sangue di una popolazione di 25 partecipanti. Sette individui avevano ricevuto il vaccino Pfizer, otto erano stati immunizzati con il Moderna, dieci persone avevano contratto l’infezione e, di queste, cinque avevano ricevuto il vaccino Pfizer, quattro il Moderna e una il Johnson & Johnson. Stando ai risultati del gruppo di ricerca, i soggetti che avevano ricevuto una sola dose erano associati a livelli inferiori di anticorpi efficaci contro le varianti Beta e Delta. Le persone che all’inizio della pandemia hanno contratto l’infezione e successivamente avevano ricevuto la vaccinazione mostravano invece anticorpi potenzialmente in grado di respingere anche le nuove varianti. “Questi risultati - osserva Yang - suggeriscono che la qualità degli anticorpi può migliorare nel tempo. Individuare il mix ottimale per la produzione di anticorpi potrebbe contribuire a sviluppare una strategia efficace per gli sforzi futuri. L’analisi delle variazioni degli anticorpi nel tempo potrebbe aiutare la ricerca a sviluppare vaccini e trattamenti efficaci non solo per il Covid, ma anche per contrastare future pandemie”.