ospedale in tilt

Gli hacker ci riprovano con il riscatto: la richiesta all'Ospedale San Giovanni

Antonio Sbraga

Neanche il terzo giorno resuscitò: il sistema informatico dell’ospedale San Giovanni-Addolorata ancora non mostra segni di vita dopo l’attacco hacker di tipo "ransomware" che ha preso in ostaggio i server aziendali, disattivati da lunedì scorso. Gli inquirenti stanno lavorando sul messaggio apparso sui monitor dell’azienda ospedaliera, con tanto di proposta per la trattativa sul riscatto comparsa in inglese («Your files are encrypted. Moon. Don’t worry, you can return all your files. If you want to restore them, write to the mail …. If you have not answered by mail within 12 hours, write to us by another mail. Attention! We recommend tou contact us directly to avoid overpaying agents»): «I tuoi file sono crittografati. Non preoccuparti, puoi riavere tutti i tuoi file. Se vuoi ripristinarli, scrivi alla mail …. Se non hai risposto per posta entro 12 ore, scrivici con un’altra mail. Attenzione! Ti consigliamo di contattarci direttamente per evitare di pagare in eccesso». Ma l’azienda ospedaliera, come già accaduto per la Regione nell’analogo attacco di fine luglio inflitto alla rete laziale (che risulta ancora incompleta nel ripristino di alcuni servizi, con i siti tuttora provvisori), non ha alcuna intenzione di trattare con i pirati informatici.

 

 

«Ci scusiamo per il disagio. Stiamo lavorando per riattivare al più presto le linee telefoniche tradizionalmente dedicate», ha scritto l’azienda indicando i nuovi numeri provvisori (Centralino H24: 334.1130268 - 338.472194) e rilanciando sulle uniche pagine internet rimaste online, quelle sui social network: «La Comunicazione non si ferma: sui nostri profili social puoi trovare tutte le informazioni utili sulle attività dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata»). Attività che continuano a risentire pesantemente dei sistemi informatici bloccati, con gli inevitabili disagi per l’utenza: «Daremo comunicazione del graduale ripristino informatizzato delle attività», assicura la direzione aziendale in una comunicazione inviata ai dipendenti, ringraziandoli per «il lavoro di tutto il personale per garantire frattanto assistenza ai pazienti con procedure manuali fino a ripristino dei singoli sistemi informatici». Ma la situazione è talmente disagiata che il Pronto Soccorso ha subito «allertato l’Ares 118 delle gravi difficoltà operative dell’ospedale» chiamato già a «garantire l’indispensabile continuità assistenziale» da tre giorni con l’ausilio delle sole procedure manuali, quasi come quando venne fondato, nel 1338.