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Covid, lo studio dell’università di Oxford loda i vaccini: rischio minore di trombosi rispetto a chi si infetta

I ricercatori dell'Università di Oxford hanno annunciato oggi i risultati di uno studio sulla trombocitopenia (una condizione di bassa presenza piastrinica) e sugli eventi tromboembolici (coaguli di sangue) dopo la vaccinazione per il Covid-19, ovvero gli effetti collaterali che hanno portato a limitare l'uso del vaccino Oxford-AstraZeneca in un certo numero di paesi. Lo studio confronta i rischi di trombosi dopo la vaccinazione fatta con i vaccini Pfizer e AstraZeneca rispetto a quelli di chi è stato infettato dal virus. Si evidenzia un aumento del rischio di trombocitopenia e tromboembolia venosa con quello di AstraZeneca, e un aumento del rischio di tromboembolia arteriosa dopo quello Pfizer. Ma in realtà i dati portano alla luce che i rischi di questi eventi avversi sono comunque molto più alti dopo l'infezione da SARS-CoV-2.

 

 

Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), ha preso in considerazione i risultati di oltre 29 milioni di persone vaccinate. Va però evidenziato che con entrambi questi vaccini, per brevi intervalli di tempo dopo la prima dose, ci sono maggiori rischi di alcuni eventi avversi ematologici e vascolari che portano all'ospedalizzazione o alla morte. Julia Hippisley-Cox, professore di epidemiologia clinica e medicina generale presso l'Università di Oxford, autore principale del documento, ha dichiarato che “le persone dovrebbero essere consapevoli di questi maggiori rischi dopo la vaccinazione Covid-19 e cercare prontamente l'attenzione medica se sviluppano sintomi, ma anche essere consapevoli che i rischi sono notevolmente più alti e per periodi di tempo più lunghi se si infettano con il Covid. Questa ricerca è importante perché molti altri studi, anche se utili, sono stati limitati da piccoli numeri e da potenziali distorsioni. Le cartelle cliniche elettroniche, che contengono la registrazione dettagliata delle vaccinazioni, delle infezioni, degli esiti e dei fattori confondenti, ci hanno fornito una ricca fonte di dati con cui eseguire una valutazione robusta di questi vaccini e confrontarli con i rischi associati all'infezione da Covid-19”.

 

 

Gli autori hanno notato che il rischio di questi eventi avversi è sostanzialmente più alto e per un periodo di tempo più lungo dopo aver contratto il virus che dopo uno dei due vaccini. Aziz Sheikh, professore di Primary Care Research & Development e direttore dell'Usher Institute presso l'Università di Edimburgo e coautore del documento, ha invece affermato che “questo enorme studio, utilizzando i dati su oltre 29 milioni di persone vaccinate, ha dimostrato che c'è un rischio molto piccolo di coagulazione e altri disturbi del sangue dopo la prima dose di vaccino. Anche se grave, il rischio di questi stessi esiti è molto più alto dopo l'infezione da SARS-CoV-2. A conti fatti, questa analisi sottolinea chiaramente l'importanza di vaccinarsi per ridurre il rischio di questi effetti collaterali e per il sostanziale beneficio di salute pubblica che offrono le vaccinazioni”.