Stangata

Vaccino, pasticcio dell'Unione Europea sulle dosi. Se ne accorge pure l'OMS

Anche l’Oms fa pezzi l’Unione Europea. Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, ha rilasciato una nota in cui ha usato toni durissimi per stigmatizzare i ritardi della campagna vaccinale europea: “I vaccini rappresentano la nostra migliore via d'uscita da questa pandemia. Non solo funzionano, ma sono anche molto efficaci nel prevenire le infezioni. Tuttavia, il loro lancio è inaccettabilmente lento. Fintanto che la copertura rimane bassa, dobbiamo applicare le stesse misure sanitarie e sociali che abbiamo applicato in passato, per compensare i ritardi nei programmi. Vorrei essere chiaro, dobbiamo accelerare il processo aumentando la produzione, riducendo gli ostacoli alla somministrazione dei vaccini e utilizzando ogni singola fiala che abbiamo in magazzino, ora”. 

 

 

Dall’Oms mostrano poi tutti i dati della vergogna: ad oggi solo il 10% della popolazione totale dell'Europa ha ricevuto una dose di vaccino e il 4% ha completato la vaccinazione, inoltre i nuovi casi di contagio da Covid sono in aumento in ogni fascia di età tranne che nelle persone di 80 anni e più. C’è il rischio che la campagna in corso "fornisca un falso senso di sicurezza alle autorità e al pubblico è considerevole e questo comporta un pericolo. Solo nella popolazione over 80 - spiega Kluge - abbiamo assistito a un costante calo dei casi e una percentuale decrescente di morti per Covid-19 dall'inizio del 2021, riflesso dei primi segni dell'impatto della vaccinazione. Ciò che maggiormente determina quante persone saranno infettate e quante moriranno nelle prossime settimane è ciò che tu come individuo farai o non farai. L'abbiamo visto più e più volte, la diffusione del virus può essere fermata. Il mio messaggio ai governi della regione è, quindi, che questo non è il momento di allentare le misure. Non possiamo permetterci di non prestare attenzione al pericolo. Tutti abbiamo fatto dei sacrifici, ma non possiamo lasciare che la stanchezza vinca. Dobbiamo continuare a tenere a freno il virus. La vaccinazione, con il proseguimento delle misure di salute pubblica e sociali, alla fine porrà fine alla pandemia e affinché ciò accada è necessario un aumento della produzione di vaccini e della vaccinazione, nonché una continua adesione alle regole sanitarie e sociali”. 

 

 

Viene poi evidenziato che i vaccini contro il Covid hanno salvato, come minimo, oltre 6mila vite tra le persone sopra i 70 anni da quando la vaccinazione è iniziata nel dicembre 2020. Allo stesso modo, afferma, i dati provenienti da Israele mostrano che il vaccino Pfizer/BioNTech è all'incirca al 90% efficace nel prevenire infezioni, malattie gravi e ospedalizzazione dopo la seconda dose.

 

 

Oltre a quelle di Kluge ha preso posizione anche Dorit Nitzan, direttrice regionale per le emergenze per l'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa: "Solo 5 settimane fa, il numero settimanale di nuovi casi in Europa era sceso a meno di 1 milione, ma ora la situazione della Regione è più preoccupante di quanto non si sia visto da diversi mesi. Ci sono rischi associati all'aumento della mobilità e dei raduni durante le festività religiose. Molti Paesi stanno introducendo nuove misure necessarie, tutti dovrebbero seguirle il più possibile. L’Europa rimane la seconda più colpita dal Sars-CoV-2 al mondo, con un numero totale di decessi che si avvicina velocemente al milione e il numero totale di casi che sta per sorpassare i 45 milioni. Ovunque in Europa c’è la preoccupante variante B.1.1.7, inizialmente rilevata dal Regno Unito e ora predominante nella regione. Poiché - conclude la nota - questa variante è più trasmissibile e può aumentare il rischio di ospedalizzazione, ha un maggiore impatto sulla salute pubblica e sono necessarie ulteriori azioni per controllarla”.