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Covid, riabilitare gli agrumi? Nuove indagini sui componenti base dell'arancia

Roberta Russo, Ceo Vanda
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"Adeguate idratazione e nutrizione”. Così il Ministero della Salute nella nuova circolare rivolta agli operatori sanitari recante buone pratiche per la “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2”. Questa indicazione è relativa ai “soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici”. Non è l’unica. Particolarmente importante la misurazione periodica tramite pulsossimetria della saturazione dell’ossigeno. Questo dato deve essere attentamente monitorato e comunicato al medico.

Sono solo due delle tante indicazioni ministeriali per la gestione clinica ottimale del paziente asintomatico. Potremmo però chiederci: cosa si intende per “adeguata nutrizione”? L’arte medica è basata soprattutto sul “togliere”. E’ un arte “in levare”. Da questo punto di vista, gran parte degli esperti di nutrizione concordano: sempre utile, se non togliere, quantomeno limitare fortemente i cibi troppo ricchi di zuccheri raffinati o di grassi trans. Per quanto riguarda invece l’“aggiungere”? Domanda più difficile. All’inizio della pandemia fu ipotizzata la possibile utilità degli agrumi. L’ipotesi fu scartata. Insufficienti infatti le prove sulla Vitamina C. Condanna definitiva? Probabilmente no. Nuove scoperte spingono a una revisione del “processo”. La vitamina C infatti è solo uno dei tanti principi attivi degli agrumi. Molti ricercatori stanno ponendo la loro attenzione sull’esperidina, un flavonoide presente nel bianco e nella buccia delle arance (mesocarpo e albedo). L'esperidina è una sostanza molto nota. Per le sue proprietà vasoprotettive, già utilizzata in alcuni farmaci per il microcircolo. Studi recenti basati sul docking molecolare le attribuiscono anche potere antivirale. I risultati di queste indagini preliminari sono stati publicati su riviste scientifiche come Scientific Report e Antioxidant. L’appello è basato proprio su queste nuove testimonianze.

Qualora i risultati fossero confermati, l’interesse sarebbe duplice: 1. in attesa del vaccino, orienterebbero la ricerca di nuove soluzioni terapeutiche in una direzione potenzialmente “fruttuosa”; 2. senza alimentare un falso senso di sicurezza, potrebbero “riabilitare” gli agrumi come elemento cardine della nostra alimentazione quotidiana. Potrebbero essere utili gli integratori a base di esperidina? Dipende. In Italia vige un po' di confusione su questo tema. Nel nostro paese gli integratori vengono visti come i “cugini simpatici” dei famaci. Questo è un grave errore. Come dice il nome stesso, essi possono essere “chiamati in causa” solo come parenti stretti del cibo. Tra gli alimenti freschi e gli integratori alimentari dunque bisogna sempre preferire gli alimenti freschi. Solo in caso di carenza di questi, potrebbero rientrare in gioco gli integratori.

Sono tanti gli integratori di esperidina presenti sul mercato. Tra i tanti segnaliamo soprattutto l’Esperivit Q 100. Può essere considerato il primo integratore per il sostegno del sistema immunitario basato sull’apporto sinergico di esperidina e quercetina. Realizzato in Italia dalla Vanda, è molto richiesto anche all’estero. Particolarmente intelligente la forma farmaceutica delle capsule orodispersive. Un nutrizione adeguata, per essere veramente tale, potrebbe ben avvalersi di un supplemento alimentare congegnato con intelligenza.

 

Bibliografia:
- Bellavite, P.; Donzelli, A. Hesperidin and SARS-CoV-2: New Light on
the Healthy Function of Citrus Fruits. Antioxidants 2020, 9, 742.
- Basu, A., Sarkar, A. & Maulik, U. Molecular docking study of potential
phytochemicals and their effects on the complex of SARS-CoV2 spike
protein and human ACE2. Sci Rep 10, 17699 (2020). https://doi.org/
10.1038/s41598-020-74715-4

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