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Due bottiglie così vicine ma così diverse

Paolo Zappitelli
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Quella della cantina Castello di Querceto è una storia - come molte che riguardano il mondo del vino - di un innamoramento: quello della famiglia francese Francois per la Toscana, tanto da acquistare questa tenuta che all’epoca era una residenza di campagna. Ai primi del ’900 venne trasformata in azienda agricola e da allora la produzione di vini è sempre continuata. Oggi gli eredi del fondatore continuano a fare vino in una delle zone che più si prestano alla coltivazione della vite, le alte colline di Greve in Chianti. Due le bottiglie dell’annata 2020 assaggiate: il Picchio Gran Selezione e La Corte Gran Selezione. Nascono da vigne separate da poche centinaia di metri ma i terreni sono completamente diversi: il primo ricco di argilla e calcare, il secondo sabbioso. Il risultato sono due vini che hanno sfumature e caratteri distinti: mentre La Corte (Sangiovese in purezza) si presenta con toni più morbidi ed eleganti, il Picchio (Sangiovese con un 5% di Colorino) è più austero, verticale, sicuramente di gran fascino. Le due annate sono state messe in commercio proprio in questi giorni.

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