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Alfano e Lupi onorevoli a vita, così finalmente si pensa ad altro

Maurizio Lupi e Angelino Alfano (LaPresse)

Carlantonio Solimene
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Ricapitoliamo: all'epoca del "tedeschellum", Angelino Alfano andò su tutte le furie perché la soglia di ingresso al Parlamento prevista da Renzi, Berlusconi e Grillo era addirittura del 5%. Poi, in un impeto d'orgoglio, il segretario di Ap annunciò: "Lo sbarramento al 5% non ci spaventa, lo supereremo senza problemi". Il tedeschellum, ovviamente, naufragò. E in queste settimane in Aula si discute il cosiddetto "Rosatellum bis". Che, al capitolo soglie di sbarramento, prevede un assai più agevole 3% da ottenere sia se ci si allea in una coalizione che se si corre da soli. Peccato che anche questa soluzione non vada proprio a genio ai centristi, al punto che il coordinatore nazionale di Ap Maurizio Lupi ha presentato un emendamento per concedere l'accesso in Parlamento anche ai partiti che ottengano quel 3% in una sola regione, e pazienza se a livello nazionale magari si resta intorno all'1. Il Partito Democratico sta protestando, ma già si affaccia la mediazione: la soglia andrà superata, nell'ipotesi Dem, in almeno tre regioni. Che poi, nel caso degli alfaniani, potrebbero essere la Sicilia, la Calabria e la Campania. Personalmente, per accelerare l'iter della legge elettorale, mi permetto di avanzare un'altra proposta ancora più risolutiva: si conceda l'accesso di diritto al Parlamento a cinque centristi, senza neanche farli passare dalle urne, un po' come accade per i senatori a vita. Ci si mette dentro Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Pier Ferdinando Casini, Fabrizio Cicchitto e un altro a loro scelta. Forse così si scioglie il nodo e si passa, finalmente, a occuparsi di cose serie.

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