Via al bando del premio “L'Oréal Italia per le Donne e la Scienza”
In palio borse di studio del valore di 15.000 euro per le giovani ricercatrici
Premio in bellezza. Ma conta solo il merito nello studio per vincere una borsa di studio. Di certo sappiamo anche che dovremo attendere maggio 2015 per conoscere il nome delle cinque, giovani e ricercatrici under 35 selezionate da una giuria presieduta dal Prof. Umberto Veronesi. Riceveranno ciascuna una borsa di studio del valore di 15.000 euro. Ad aprire il portafogli ci pensa per il tredicesimo anno consecutivo L'Oreal Italia e la Commissione Nazionale per l'Unesco, ancora insieme per favorire la carriera delle giovani ricercatrici. Si apre oggi il bando del premio “L'Oréal Italia per le Donne e la Scienza” che vanta nella commissione giudicante i più illustri professori universitari ed esperti scientifici italiani: Mauro Anselmino (Professore di Fisica Teorica, Università degli Studi di Torino), Maria Benedetta Donati (Coordinatore Scientifico Laboratori di Ricerca dell'Università Cattolica, Campobasso), Cristina Emanuel (Direttore Scientifico L'Oréal Italia), Enrico Alleva (Dirigente di Ricerca e Direttore del Reparto di Neuroscienze Comportamentali del Dipartimento di Biologia cellulare e Neuroscienze, Istituto Superiore di Sanità), Marcella Motta (Professore di Fisiologia e Membro effettivo dell'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere) e Mauro Ceruti (Professore Ordinario di Logica e Filosofia della Scienza presso l'Università IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione) a Milano. Un parterre diverso da quello che ad esempio ha riconosciuto i meriti di Silvia Giordani, ricercatrice nell'Istituto di Genova tornata da un anno in Italia, ma prima ha lavorato in Irlanda ricevendo questo premio. Ora ha puntato le sue ricerche sulle nanocipolle, da cui potrebbe nascere una nuova cura contro i tumori. Sono costituite da una serie di sfere incastonate l'una dentro l'altra: si «accendono» solo quando il Ph è acido e potrebbero identificare le cellule cancerose. Ma Silvia è solo una delle tante ricercatrici impegnate ad “accendere” speranza nel mondo della scienza.
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