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Gigi Proietti: sporca e cattiva, Roma fa piangere anche noi comici

Gigi Proietti

Fabrizio Finamore
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Più che pessimista sembra essere realista il grande Gigi Proietti, consapevole dei tanti problemi della sua Roma cresciuta a dismisura. «Che le strutture cittadine siano fragili lo sappiamo così come conosciamo bene i bisogni del cittadino. Non mi va più di parlare solo di buche, qui a mio avviso serve un'invenzione politica e strutturale per la città che io non ho, su questo non so dare nessun consiglio. Se si tratta di promuovere strutture teatrali è un conto, per il resto, come dire... di fognature non me ne intendo». Di certo però conosce bene i romani... «Il romano oggi è amareggiato, stressato, la città è cresciuta in maniera abnorme, le grandi periferie non si conoscono tra loro, Roma non è una città ma tante città ormai è importante rendersene conto. Ci sono dei quartieri che da soli fanno più abitanti di una regione. Trent'anni fa certo, era meno ingolfata, meno nervosa, solo il traffico è un qualcosa che logora, possiamo anche esserci abituati ma è un fattore che indubbiamente tutti i giorni stressa parecchio gli animi. Gli errori del resto si fecero sin dai tempi del raccordo anulare: sul raccordo puoi anche scorrere ma se poi le consolari sono tutte intasate c'è poco da fare. Quella che chiamano la famosa pigrizia dei romani non è altro che una sorta di tolleranza e devo dire che abbiamo tollerato di tutto in questa città. Oggi Roma si è incattivita». Da cosa se ne accorge? «Che ci sia meno voglia di ridere me ne accorgo dal traffico, sempre più cattivo. A volte si sentono degli insulti, delle cose pazzesche anche da parte delle signore. E poi, voglio dire, coremo coremo ma 'ndo annamo? Anche se superi un'auto prima o poi ti fermi, è sicuro». Anche lei nostalgico della Roma di un tempo? «Mi rimane difficile dire che... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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