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Raggi, arriva la sentenza che fa tremare Grillo

Virginia Raggi

Il Tribunale di Roma decide sul contratto firmato dalla sindaca che adesso rischia di decadere

Michele De Feudis
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Una nuova cruciale tappa per i 5 Stelle e la politica italiana passa dalle aule giudiziarie. È attesa già per oggi (o al massimo domani) la sentenza della Prima Sezione del Tribunale civile di Roma sul ricorso dell'avvocato Venerando Monelli, che nell'istanza chiede di annullare il contratto con penale di 150mila euro firmato con la Casaleggio Associati da Virginia Raggi, sindaco della Capitale, e la conseguente ineleggibilità del primo cittadino. I magistrati dell'organo giudicante si sono riuniti già venerdì in camera di consiglio, mentre l'ultima udienza si era svolta il 6 dicem- bre scorso. La difesa del sindaco Raggi, con l'avvocato Ervin Rupnik, sostiene che il ricorso è sostanziato da motivazioni politiche e non rilevanti sul piano giuridico. Il promotore, Monello, iscritto al Pd, di contro rileva - con un ricorso presentato quando le elezioni non si erano ancora svolte - invece che il contratto sottoscritto vada a inficiare alcuni punti di forza della Carta Costituzionale («un abuso della politica che mina alcuni cardini costituzionali»), in particolare l'assenza del vincolo di mandato previsto dall'articolo 67, e per questo chiede al Tribunale di intervenire. Come? Dichiarando nullo l'accordo firmato dalla Raggi, nonché ineleggibile come sindaco. Se questa tesi fosse accolta, il passaggio successivo sarebbe legato alle modalità con cui si declinerebbe la decadenza della Raggi. Questo passaggio giudiziario avrà effetti sulla vita futura del M5S, dal mo- mento che non solo la Raggi, ma anche i consiglieri comunali eletti hanno sottoscritto questo regolamento (fin dall'accetta- zione della candidatura). Anche per gli europarlamentari, nella recente querelle legata al tentato passaggio dei 5 Stelle nel gruppo dei liberali-Alde e nel successivo passaggio del parlamentare Zanni con l'eurogruppo Le Pen-Salvini, è emerso che un portavoce eletto non avrebbe potuto cambiare partito, salvo pagare una sanzione pecuniaria di 250mila euro, secondo gli accordi sottoscritti. Dall'entourage della Raggi è emersa anche nei giorni scorsi grande serenità e lo stesso avvocato Ervin Rupnik ha puntualiz- zato che il tema della «decadenza non esiste». Il caso è stato anche affrontato da insigni giuristi, interrogati sulla possibilità di violare la disposizione sulla libertà da vincolo di mandato sancita dai costituenti. Per il professor Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta, «è legittimo all'interno di un gruppo, prevedere penali per certi comportamenti», ma persisterebbero dubbi di costtuzionalità sulle possibili sanzioni per chi (eletto) esce dal movimento, «ancora di più se l'impegno fosse con un'associazione privata, come la Casaleggio Associati».  

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