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Si salvi chi può In arrivo a Roma altri 8000 migranti

Dario Martini
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Centotre milioni di euro per accogliere 8.074 rifugiati. Solo a Roma e provincia. Il nuovo bando della Prefettura della Capitale, pubblicato il 23 novembre, divide la città metropolitana in sei maxi aree, che dovranno ospitare i richiedenti protezione internazionale dal primo gennaio al 31 dicembre 2017. Un terzo dei profughi verrà ospitato nella città di Roma, gli altri due terzi nei comuni della provincia. Molti di questi immigrati sono già presenti in strutture che li ospitano e quindi verranno "rinnovati", molti altri sono i profughi che stanno sbarcando o sono già sbarcati sulle coste italiane. Il tetto degli 8.074 migranti, infatti, è fissato anche «tenendo conto delle attuali presenze sul territorio». Non a caso, l'appalto della Prefettura, spiega quale è la situazione attuale: «In considerazione del perdurante straordinario afflusso di cittadini stranieri che interessa l'intero territorio nazionale, la Prefettura di Roma ha indetto con determina, a contrarre una procedura aperta (...) per l'affidamento del servizio di accoglienza in strutture temporanee di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale». Le parole chiave sono «perdurante», «straordinario» e «afflusso». Un'emergenza che, quindi, non accenna a placarsi. È bene specificare che si tratta soltanto del servizio gestito dalla Prefettura per l'accoglienza nelle strutture temporanee. A questi posti, per i quali è stata pubblicata la gara europea tre giorni fa, si devono aggiungere quelli del sistema Sprar, gestito dai sin- goli Comuni, e i posti dei vari Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) come quello di Castelnuovo di Porto. Il prezzo massimo giornaliero per ogni migrante che verrà pagato alle singole strutture che vinceranno il bando è di 35 euro (Iva esclusa). Come detto, la gara della Prefettura divide l'area metropolitana della Capitale in sei lotti. I primi tre lotti riguardano i quindici municipi della città di Roma. Gli altri tre le zone Nord (comprensiva di Fiumicino), Est (da Tivoli a Guidonia fino a Subiaco) e Sud (Castelli Romani e litorale). Vengono esclusi solo cinque comuni. I "graziati" sono Ariccia, Ciampino, Castelnuovo di Porto, Gerano e Licenza. I criteri per l'assegnazione dei posti seguono il numero della popolazione. Il numero massimo dei richiedenti asilo che possono essere accolti per ciascun comune o municipio è fissato in questo modo: fino a 3.000 abitanti potranno corrispondere massimo 100 rifugiati, da 3.000 a 10.000 abitanti massimo 200 profughi, oltre i 10.000 abitanti massimo 400 migranti. Roma dovrà accogliere 2.412 immigrati, il resto della provincia 5.662. Per quanto riguarda la Capitale, i municipi che dovranno ospitare più migranti sono il IV, V, VI, VII, VIII e IX. In pratica, il quadrante est della città (compresi Eur e Garbatella) che da sempre deve fare i conti con il maggior numero di profughi, i quali, dopo essere accolti e mantenuti, spesso finiscono in palazzi occupati e gestiti dai centri sociali. Come accade nei quartieri Casilino, Prenestino o Tiburtino. Qui dovranno essere ospitati 1.158 richiedenti asilo. Seguono i Municipi X, XI e XII (Ostia, Magliana-Portuense e Aurelio) che dovranno fare i conti con altri 995 richiedenti asilo. Questa zona di Roma già oggi vede la presenza sul proprio territorio del grande centro-tendopoli per rifugiati di via Ramazzini gestito dalla Croce Rossa. Se la cava più a "buon mercato" il centro storico, Prati e Roma Nord che accoglieranno solo 259 migranti. Il budget stimato dalla Prefettura per la Capitale è di 30,8 milioni di euro. Per il resto della provincia è di 72,3 milioni. Le strutture che vorranno "aggiudicarsi" la propria fetta di immigrati e i fondi messi a disposizione, sono obbligate a fornire alcuni «servizi minimi garantiti». Sono nove: le strutture residenziali dovranno rispettare i requisti previsti dalle normative vigenti, dovranno fornire ma mediazione linguistico-culturale, l'accoglienza degli ospiti, l'orientamento e l'accesso al servizio del territorio, la formazione e riqualificazione professionale, l'orientamento e accompagnamento all'inserimento lavorativo, abitativo e sociale, l'assistenza giuridico legale, l'assistenza psico-socio-sanitaria e l'aggiornamento della banca dati relativa alle generalità degli ospiti. Per non parlare di pasti di loro gradimento, vestiti, diaria, schede telefoniche e sigarette. 

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