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Tor Sapienza, ancora scontri. Immigrati trasferiti FOTO

Nuovi lanci di bombe carta e bottiglie. I rifugiati spostati in un'altra struttura del Comune di Roma. Il ministro Alfano convoca prefetto e questore LEGGI ANCHE L'urlo delle periferie  Pecoraro: guerra tra poveri<

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Resta alta l'allerta nella periferia della Capitale. Nuove tensioni questa mattina a Tor Sapienza, nella zona già teatro di scontri nei giorni scorsi durante le proteste contro la presenza degli immigrati ospiti del centro di accoglienza dei minori. Lancio di bottiglie e pietre contro la struttura a cui è seguito come risposta il lancio di oggetti anche dalle finestre del centro. All'origine delle nuove tensioni il rifiuto di far entrare gli immigrati in un bar del quartiere.   Immigrati trasferiti in un'altra struttura del Comune. Intanto è iniziato questa mattina il trasferimento degli immigrati rifugiati ospiti del centro di accoglienza di viale Giorgio Morandi. Alcuni immigrati sono già stati trasferiti su decisione dell'amministrazione comunale. Il trasferimento è cominciato con lo spostamento dei minori non accompagnati. Gli ospiti del centro sono in tutto 72 ed i trasferiti per ora sono 36. Verranno smistati in altri centri del Comune. Un gruppo di residenti stamani si è radunato sotto il centro dei rifugiati scandendo insulti contro gli immigrati. "Scendete bastardi, scendete". Poi se lo sono presa con le forze dell'ordine schierate davanti alla struttura: "Difendete noi non loro perché noi vi paghiamo le tasse e lo stipendio". Ora hanno tutti paura a Tor Sapienza, periferia est di Roma. Non solo i residenti stanchi "dei furti e delle rapine". Ma anche gli immigrati e gli operatori del centro di prima accoglienza perché ormai è caccia allo straniero. Un immigrato del Congo di 50 anni è stato aggredito e ferito alla testa "da italiani", secondo quanto raccontato dalla vittima alla polizia, proprio nei pressi del parco di viale Morandi. "Non è un nostro ospite, ma ha trovato riparo qui fino all'arrivo dell'ambulanza", spiega un'operatrice del centro. La tensione si respira nell'aria intorno alla struttura gestita dalla cooperativa 'Un sorriso', in cui sono ospitati anche una cinquantina di minori stranieri. Le forze dell'ordine presidiano il centro.   Il sindaco di Roma incontra i comitati cittadini. Marino in mattinata ha incontrato i rappresentanti dei commitati di cittadini. Tor Sapenza non è un caso isolato. Si chiede sicurezza e meno spazzatura. Più verde e meno delinquenza anche a Corcolle (spazzata via dalla bomba d'acqua di alcuni mesi fa) e Torpignattara, teatro di altri episodi dal sapore razzista. L'Agenzia Onu per i rifugiati "condanna la strumentalizzazione" da parte di elementi estremisti della società cavalcano, alimentando la tensione e aggredendo i rifugiati del centro di accoglienza. Allo stesso tempo esprime solidarietà nei confronti delle forze dell'ordine che stanno presidiando la zona. "Chiederemo se vi sono le condizioni per una diversa e più equa distribuzione cittadina degli ospiti dei centri di accoglienza", dice  il sindaco promettendo di essersi già mosso per risolvere il degrado che soffoca Tor Sapienza. Gli abitanti a Marino chiedono esplicitamente meno presenza di immigrati, "perché abbiamo già un campo nomadi qui".    Residenti sul piede di guerra: trasferimenti non bastano. «Non siamo soddisfatti, perchè qui parliamo di persone non di colori, di persone che vogliono vivere nella legalità. Gli immigrati sono stati trasferiti dal centro perchè c'era un problema di sicurezza, ma non è questo che risolve il problema di un quartiere pattumiera come il nostro. Anzi ora il rischio è di un preoccupante effetto domino, che la protesta si allarghi cioè alle altre periferie». Lo sottolinea Roberto Torre, vicepresidente del comitato di quartiere Tor Sapienza, dopo che oggi il Comune ha deciso di trasferire i minori non accompagnati dal centro di via Morandi. Stamattina si sono verificati, infatti, nuovi scontri, con lancio di bombe carta e bottiglie verso la struttura, che ospita i richiedenti asilo. Atti che hanno accelerato una decisione già presa nella serata di ieri, dopo la seconda notte di violenze. «Non siamo razzisti come scrivono in molti- continua Torre- e ci dissociamo dai violenti che hanno assaltato il centro. Ma qui la crisi ha lasciato una ferita aperta, e i cittadini vogliono poter girare per strada tranquillamente. Fa male anche a noi vedere il quartiere presidiato dalla polizia». Tor Sapienza sta scontando lo scotto di «un'urbanistica senza testa- continua Torre- che non ha fatto altro che creare un ghetto. E di una latitanza politica lunga venti anni». Per questo ora il comitato chiede un intervento vero da parte della politica, «meno propaganda e più politica attiva. Da interventi semplici come l'illuminazione e il decoro urbano a una ristrutturazione della zona». Intanto si teme che quanto successo in questi giorni possa avvenire anche in altre zone con un effetto domino difficile da gestire. «Magliana, Pigneto, Tor Bella Monaca, Tor Pignattara, Corcolle, stanno tutti come noi- continua Torre- sono zone pronte a scoppiare, la politica latita e i cittadini non ce la fanno più».

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