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Le aule diventano affare di Stato

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Surreale a Roma dove, nella scuola Pistelli di via Monte Zebio in Prati, va in scena la contesa delle aule. Nel medesimo edificio convivono una statale (elementare e dell'infanzia) e una materna comunale. Gestioni separate, spazi divisi e orari differenti. La tranquillità si è spezzata quando i dirigenti e i genitori dei bambini della statale hanno chiesto di trasferire alcune aule negli spazi della materna comunale. Ma la giunta del Municipio XVII, a cui fa capo la materna, si è messa di traverso. Proposta rigettata al mittente: «Lo scambio dei locali non si risolverebbe in alcun beneficio a favore dell'utenza (i bambini, ndr) che al contrario ne verrebbe penalizzata». Insomma, quello che in una scuola normale sarebbe un semplice spostamento di aule, qui diventa un caso. Il motivo è banale: due diverse gestioni e due istituzioni diverse di riferimento (Ministero e Municipio). Ed è così che, dopo un anno di contesa, la disputa è arrivata in Campidoglio. Ieri mattina il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi, e il presidente della commissione Scuola, Antonio Gazzellone, hanno effettuato un sopralluogo nella scuola per ricomporre il dissidio tra Municipio e scuola statale. Il problema sta nel fatto che la materna comunale, che si trova nelle aule centrali al piano terra, di fatto spezza in due gli spazi della statale. La crisi di coabitazione è nata esattamente un anno fa con la riduzione del personale: da 11 bidelli si è passati a 9 per controllare 1.100 alunni (la comunale ne ha 200 con tre bidelli). «Si è creato un problema di sicurezza - spiega la preside Brunella Maiolini - Nelle condizioni attuali uno dei due ingressi (ai civici 33 e 35) è difficile da vigilare, tra l'altro gli orari della materna comunale sono diversi dai nostri per cui a volte le entrate restano sguarnite e si sono verificati casi di intrusioni di estranei». Il responsabile tecnico della sicurezza, Maurizio De Petri, lo ha messo nero su bianco: «Si rileva la difficoltà di effettuare la vigilanza sull'accesso a causa delle differenti esigenze e organizzazione degli orari e delle attività. Non è consentita un'adeguata tutela dei minori affidati alle due scuole, a seguito dell'ingresso e dell'uscita dei genitori dalla comunale, in orari diversi dalla statale». Ma la risposta del presidente del Municipio, Antonella De Giusti, è semplice: «Il problema della sicurezza va risolto assumendo un custode in più. Visto che in questi giorni in Comune si è aperta la sessione di Bilancio, si intervenga lì per coprirne i costi». In sintesi, l'intera contesa, lo scambio di aule e tutte le incomprensioni si traducono in un semplice custode in meno. Anche se i problemi, a detta dei responsabili della statale, non finiscono qui. «Gli insegnanti - spiega la preside - sono costretti a fare la spola tra un'ala e l'altra del piano terra. Gli uffici, la segreteria e la presidenza si trovano nell'ala destra. Le aule nella sinistra. Molto più semplice sarebbe fare a cambio con i locali della materna comunale». Ma il parere della giunta del Municipio, del 30 giugno scorso, è stato netto: «La vigilanza è un problema comune a entrambe le scuole e lo scambio di locali non è in grado di razionalizzare gli spazi». Motivazione che ha mandato su tutte le furie la preside della statale: «La comunale non sarebbe affatto penalizzata, attualmente ha nove aule, e nove resterebbero». Anche se non è quanto risulta a De Giusti: «L'ufficio tecnico ci ha detto che perderemmo 25 posti. L'interesse primario di tutti deve essere quello dei bambini».   I margini di trattativa, quindi, sembrano esigui. Ma i due consiglieri del Pdl, Guidi e Gazzellone, hanno promesso: «Ci facciamo carico di una mediazione con il Municipio auspicando che questa guerra d'aule si risolva per il meglio». Guidi, inoltre, ha intenzione di inserire nelle more del bilancio la possibilità di assumere un custode in più. Proprio ciò che auspica De Giusti. Insomma, qualcosa, d'intesa tra Municipio e Comune, sembra smuoversi. I bambini, invece, almeno per il momento, resteranno nelle loro aule.

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