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Mattarella stoppa l'ultimo regalo alle banche

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (LaPresse)

Carlantonio Solimene
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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rinviato alle Camera la legge recentemente approvata che prevede "Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo". Per il Quirinale il provvedimento presenta "profili di evidente illegittimità costituzionale". In sostanza il Capo dello Stato ha ritenuto che la norma si limita a punire i cosiddetti "pesci piccoli" senza toccare, invece, le posizioni che ricoprono ruoli apicali nelle banche o nelle società di intermediazione finanziaria che finanziato le imprese costruttrici di mine antiuomo. Questo contrasta con l'articolo 3 della Costituzione che vieta "ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta". "L'art. 6, comma 2, della normativa in esame - recita il comunicato del Quirinale - in contrasto con la finalità dichiarata, determinerebbe l'esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati); per altri soggetti, privi di questa qualificazione, sarebbe invece mantenuta la sanzione penale, che prevede la reclusione da 3 a 12 anni, oltre alla multa da euro 258.228 a 516.456". La legge in questione era nata in Senato su iniziativa di Silvana Amati e altri 13 senatori del Pd. Poi era stata approvata definitivamente il 3 ottobre scorso senza mai essere modificata nel passaggio tra le due Camere. La decisione rappresenta un inedito per Sergio Mattarella, che finora non aveva mai esercitato le prerogative previste dall'art. 74 della Costituzione e non aveva, cioè, mai rinviato alle Camere una legge. L'art. 74 recita: «Il presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata». Proprio alcuni giorni fa, incontrando degli studenti, Mattarella aveva spiegato che è suo dovere firmare tutte le leggi, anche quelle che non sono da lui del tutto condivise e che c'è solo «un caso in cui posso, anzi devo, non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente, in maniera chiara, con la Costituzione». In realtà, il Capo dello Stato può non promulgare anche le leggi che non prevedono la copertura finanziaria.

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