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«Idea napoleonica il concorso unico per i magistrati»

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È quanto in estrema sintesi sostiene Luigi Mazzella, ministro della Funzione Pubblica, che è tornato sull'argomento, oggi a Venezia, in un convegno all'Ateneo Veneto promosso dalla Fondazione Scuola Forense veneziana e dal consiglio dell'Ordine degli avvocati, sul tema «Un'autorità indipendente come garanzia anche per il Pm?». Per Mazzella bisogna riformare la giustizia in modo che «il Pm diventi una istituzione indipendente, staccato dal potere esecutivo». «Ci vuole l'indipendenza del Pm da qualsiasi potere - ha ribadito - con nomine di vertice con vaglio parlamentare, e non di altra autorità, nell'espressione più pura dell'autogoverno». Una separazione delle carriere funzionale non solo al processo penale ma anche a quello «erariale» dove il Pm diventa, non essendo soggetto ai diversi poteri, «garanzia per il cittadino anche nei confronti dei contenziosi con lo Stato». «Bisogna far diventare i pm degli avvocati - ha rilevato - portandoli in un'unica casa dove si difende tutto ciò che è pubblico». Mazzella, con tono critico, ha anche sottolineato come la carriera comune, con unico concorso tra giudici e Pm, nasce da un'idea napoleonica fatta propria dal regime fascista ed è quindi lontana da un concetto di libertà e indipendenza. Al convegno, tra gli altri, ha partecipato anche Francesco Paolo Casavola, Presidente emerito della Corte Costituzionale, che parlando della «genesi dell'ipotesi» della separazione delle carriere non ha espressamente voluto entrare nel merito, ma si è limitato ad una ricostruzione storica dei vari processi e progetti di possibile riforma della giustizia e delle sue rilevanze costituzionali.

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