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Ridateci le preferenze perdute

Luigi Bisignani
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Caro direttore, speriamo che gli elettori si dimentichino presto lo spettacolo indecente che soprattutto i tre principali partiti, Movimento 5 Stelle, Pd e Forza Italia, hanno offerto nella preparazione delle liste elettorali. Un vergognoso regolamento di conti fatto di inconfessabili promesse. Per Grillo, Renzi e Berlusconi una settimana da cancellare, da cui esce fuori in tutta la sua forza la mancanza vera dei Partiti, intesi come cerniera con il territorio. Grillo che, forse per ragioni di carattere economico, prende le distanze dalla sua creatura impegnata in finte parlamentarie online, Renzi che voleva abolire il Senato ma poi si infila in un collegio, magari per diventarne Presidente, e condiziona ogni movimento a seconda della posizione in lista della signorina Boschi e alla distruzione dei suoi avversari senza parlare poi dello stesso indomito coraggioso Berlusconi, accerchiato da ogni parte, arrivato alla ridicola designazione come governatore del Lazio di Stefano Parisi: un perdente Giano bifronte, metà milanese e metà romano. E comunque tutti e tre i leader pronti a fare a sediate con gente perbene pur di garantire posti sicuri a famigli o starlette di turno, dimenticando gli impegni di liste con volti giovani, nuovi e provenienti dalla società civile, accanto ai parlamentari più affermati. Forse è davvero il momento di tornare, come aveva auspicato del resto la Consulta, ai soli capilista bloccati e alle preferenze che almeno servirebbero a selezionare una classe dirigente in seno ai partiti e a creare un collegamento diretto con le istanze locali. Tutti a dire che questo favorirebbe i signori delle tessere. Ma dovrebbe essere la magistratura a tenere gli occhi aperti sui clan locali, consentendo così alle preferenze di spazzare via i cerchi magici intorno a quei leader che, con scelte bizzarre, impongono di fatto quasi mille scappati di casa in cerca di stipendio e di qualche comparsata in tv.

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