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Così Sergio Mattarella ha rottamato i progetti di Matteo Renzi

Luigi Bisignani
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Caro direttore, nel suo discorso di fine d'anno il Presidente Mattarella, senza mai citarlo, ha rottamato i progetti di Renzi. Ha confermato che non scioglierà le Camere senza una legge elettorale chiara e tutto lascia prevedere che manderà a votare gli italiani nel 2018. I sussurri dal Colle dicono che ci sia in questo senso già un'intesa con Dario Franceschini il politico con il quale è in maggior sintonia, ma anche con Berlusconi avendo con lui riallacciato un filo diretto. Dal Quirinale lasciano trasparire che questa strategia è legata anche a due obiettivi: sfiancare la forza d'urto del M5Stelle, vero incubo quirinalizio ed attendere, finché è possibile, la decisione della Corte Europea dei diritti dell'Uomo sulla legge Severino, prevista per febbraio 2018 che potrebbe consentire a Berlusconi di candidarsi. Quasi una beffa per Renzi che ha mandato in frantumi la sua assicurazione sul Nazareno sparigliando proprio su Mattarella il quale ha confermato la vecchia affermazione di un altro dc di razza e suo predecessore, Francesco Cossiga: il Presidente della Repubblica resta e il Capo del Governo va a casa indipendentemente dai sentimenti di riconoscenza. Ma chi considera Renzi fuori gioco sbaglia. Ha molte frecce nella faretra per andare alle urne: dal mettere in crisi il Governo con un voto parlamentare, fino alle dimissioni dei suoi ministri più fedeli. E poi la sua arma letale. Se le vicende del PD precipitassero, forte del suo 15% di consensi personali, potrebbe raccogliere in una sua lista tutti quei liberali ed ex democristiani che si annidano non solo in Parlamento. Dopo questo salutare bagno di umiltà ed aver gestito il delicato e strategico puzzle delle nomine, non è detto che la partita per lui non si riapra. Ad aiutare Renzi che Berlusconi considera pur sempre assieme a lui l'unico leader in circolazione, sarà magari anche lo stile sofferente di Mattarella. Nel «discorso» non si è neppure emozionato quando ha letto la bella dedica sulla solidarietà per la realizzazione di un sogno comune scritta dai bimbi terremotati. Finita quindi almeno per ora la pirotecnica era Renzi, siamo alla soporifera stagione dei Mattarella e dei Gentiloni. Per favore, alla prossima uscita, almeno un sorriso.

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