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Charlie, l'ospedale di Londra ci ripensa: "Provare cura sperimentale"

Il piccolo Charlie Gard

Il "Great Ormond Street Hospital" riceve il nuovo protocollo sul trattamento studiato da un team di medici internazionali e chiede una nuova udienza all'Alta Corte inglese

Silvia Sfregola
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Il trattamento sperimentale per cercare di salvare la vita al piccolo Charlie Gard, elaborato da un team di medici internazionali coordinati dall'ospedale Bambino Gesù "è un tentativo da fare". Lo conferma il "Great Ormond Street Hospital" di Londra, dove il bambino è attualmente ricoverato, che chiede una nuova udienza all'Alta Corte inglese, dopo aver ricevuto il nuovo protocollo. Questa mattina l'ospedale del Papa ha inviato alla struttura dove Charlie è ricoverato una lettera firmata da sette scienziati internazionali, in cui si informa la clinica inglese della terapia sperimentale elaborata in questi giorni. Dal Centrafrica, a Bangui, dove il Bambino Gesù porta avanti dei progetti per l'ospedale del posto, la presidente della Fondazione, Mariella Enoc, ringrazia i ricercatori che danno ala bambino una nuova speranza, seppur "piccola": "Ringrazio molto tutte le persone che fanno ricerca, perché conosciamo bene la loro fatica e sappiamo che la loro soddisfazione non è mai economica ed è solo questa: di collaborare a salvare le vite umane". E si dice "molto contenta per la mamma e il papà di Charlie, che hanno una piccola speranza e per l'opportunità che al bambino viene data. Noi non sappiamo i risultati, ma sappiamo che dobbiamo credere nella scienza e continuare a darle la possibilità di andare avanti". Per trasferire il piccolo, l'Ospedale di Londra è vincolato dalla sentenza della Corte Suprema inglese che proibisce espressamente di trasferire Charlie per la terapia nucleosidica ovunque. La decisione è stata condivisa anche dalla Corte d'Appello inglese e dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Secondo la sentenza, sarebbe nell'interesse di Charlie un'interruzione della respirazione assistita: "È legale e nell'interesse del bambino - afferma l'ospedale riportando la sentenza - che la terapia non sia somministrata, se le misure e i trattamenti adottati non sono più compatibili con la dignità del bambino". Quindi la posizione dei medici inglesi non cambia, ma si rimette alla giustizia: "La condizione di Charlie - spiega la clinica inglese - è eccezionalmente rara, con danni cerebrali catastrofici e irreversibili". I medici sostengono di aver "esplorato ogni trattamento medico", comprese le terapie nucleosidiche sperimentali. "Il trattamento - affermano - sarebbe ingiustificato. Sarebbe inutile e prolungherebbe la sofferenza di Charlie. Non si tratta di una questione di denaro o di risorse, ma soltanto di ciò che è giusto per lui". "La nostra visione non è cambiata", ribadiscono, ma dopo il nuovo protocollo "Riteniamo opportuno ricercare la posizione della Corte di giustizia. La nostra priorità è sempre stata e sarà sempre l'interesse di Charlie Gard", assicurano. Il piccolo, a soli dieci mesi è affetto da deplezione del Dna mitocondriale - malattia rara e degenerativa che colpisce i geni, provocando un progressivo deperimento muscolare - È stato quando i medici hanno avuto il via libera per staccare la spina al bimbo, che un post sui social dei coniugi Gard ha fatto partire in tutto il mondo la #charliesfight, la battaglia di Charlie. Per lui si sono espressi in molti da ogni parte del mondo e tra le voci che hanno fatto più rumore ci sono quelle di Papa Francesco e del presidente Usa, Donald Trump.

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