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Aumenti alla polizia, il danno e la beffa

I soldi del contratto non sono mai arrivati. Ma il governo vuole chiudere l'accordo. I sindacati: «Non hanno adeguato gli stipendi e hanno fretta sulla parte normativa»

Francesca Musacchio
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Una lettera aperta, inviata a tutti i leader politici, in risposta alla «sollecitazione» arrivata dalla Funzione pubblica. Non cessano le tensioni tra sindacati di polizia e governo uscente in merito al rinnovo del contratto. La missiva è firmata dal Coisp, il sindacato indipedente di polizia, girata per conoscenza oltre che al premier Paolo Gentiloni, anche a Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Maurizio Martina che, si legge, «abbiamo inteso di sturbare per noscenza».  Nel dettaglio, motivodel contendere questa volta è la «coda contrattuale», ossia l'impegno preso dall'esecutivo a gennaio scorso, dopo la firma del contratto, «a proseguire nella definizione della parte normativa "per integrare le previsioni contenute nel presente decreto con riguardo agli istituti normativi e al trattamento economico accessorio"». Si tratta delle indennità accessorie (servizi esterni, servizi notturni, l'eventuale ordine pubblico e straordinari), su cui si deve ancora discutere. La vicenda rischia però di diventare surreale visto che quelle stesse piattaforme su cui discutere, la Funzione pubblica già dovrebbe averle in suo possesso. «State chiedendo al Coisp, come agli altri sindacati e rappresentanze militari, di essere noi ad inviarvi "osservazioni e piattaforme", quanto le stesse sono già in vostro possesso perché vi sono state inviate e consegnate più volte durante le riunioni che hanno portato al contratto per il triennio 2016-2018 ed anche successivamente allo stesso», tuona il sindacato nella risposta inviata alla Funzione pubblica. «La fretta di chiudere il contratto nazionale di lavoro per i Ministri direttamente coinvolti è... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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