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G7, i Grandi uniti contro il terrorismo ma Usa frena su clima e commercio

Silvia Sfregola
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Sul terrorismo l'accordo c'è; sul clima no perché gli Stati Uniti di Donald Trump sono alle prese con una "riflessione interna" per decidere se ritirarsi dall'accordo di Parigi; sul commercio, invece, gli sherpa sono ancora al lavoro, ma sono stati individuati punti comuni. È questa la sintesi della prima giornata di lavori del G7 in corso a Taormina. C'è inoltre una convergenza su Siria, Libia e Corea del Nord, mentre sui migranti "è stato raggiunto un buon compromesso". Al termine di una giornata apertasi con la foto di famiglia al Teatro greco di Taormina, con il mare sullo sfondo, dopo le sessioni di lavoro i sette hanno firmato un documento in cui si impegnano ad azioni forti contro il terrorismo, dando molta attenzione anche a internet, con misure per impedire la diffusione delle idee del terrorismo sul web. Il documento comune sul terrorismo La 'dichiarazione di Taormina' è il risultato più forte raggiunto dal vertice. I 7 grandi si impegnano a portare la lotta al terrorismo "a un livello più alto". Il "brutale" attentato di Manchester di quattro giorni fa, mettono nero su bianco i capi di Stato e di Governo, ha dimostrato che "dobbiamo raddoppiare gli sforzi". Esulta Paolo Gentiloni: "Credo sia molto importante aver dato subito un segnale di grande impegno e di unità del G7 contro il terrorismo violento" dice ricordando il messaggio "politico" di "solidarietà e unità dei paesi del mondo libero" al Regno Unito dopo i fatti di Manchester. La dichiarazione, oltre a ribadire l'impegno per la sicurezza dei cittadini e la tutela dei valori e del modo di vivere dell'Occidente, chiede uno sforzo di collaborazione agli Internet service provider. "Combatteremo il cattivo uso della rete da parte dei terroristi - scrivono - Internet ha dimostrato di essere un potente strumento per scopi terroristici. Incoraggiamo l'industria ad agire con urgenza nello sviluppo e nella condivisione di nuove tecnologie e strumenti per migliorare l'individuazione automatica dei contenuti che promuovono l'incitamento alla violenza", scrivono. Sul clima gli Usa riflettono  Sul clima la questione "resta sospesa", ha detto Gentiloni, spiegando che "gli Stati Uniti hanno confermato di avere in corso una riflessione interna, che noi ci auguriamo" porti a una decisione "positiva nelle prossime settimane" all'accordo di Parigi, che lo stesso presidente del Consiglio ha definito "una parte del nostro futuro". E ha aggiunto: "Siamo fiduciosi che dopo questa discussione gli Stati Uniti vorranno partecipare". La Casa Bianca dice da settimane che Trump annuncerà dopo Taormina se Washington si ritirerà o meno dall'accordo di Parigi, fortemente voluto dal predecessore Barack Obama, e gli Usa hanno fatto sapere che il tycoon sarebbe stato comunque disponibile ad ascoltare cosa i leader europei avevano da dirgli. Per questo al summit in Sicilia è scattato il pressing sul presidente Usa, con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che stamattina ha chiarito che a suo parere "l'accordo di Parigi è da applicare interamente". Su commercio "sherpa" al lavoro Il commercio, come il clima, era atteso come il nodo cruciale di questo vertice. "Al G7 chiediamo risultati, sappiamo che non sarà un confronto semplice ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta", aveva esordito stamattina Gentiloni. E il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, aveva aggiunto: "non è un segreto che ci sono posizioni diverse su clima e commercio". Ma in serata spiragli sono arrivati dal capo del Governo: sui "grandi temi del commercio internazionali" al G7 di Taormina "si sta ancora lavorando per il comunicato finale, ma mi pare che la discussione diretta di oggi abbia individuato dei punti comuni su cui si può lavorare". Intanto Trump e la premier britannica May (già proiettata verso le elezioni dell'8 giugno e i negoziati sulla Brexit) hanno ribadito il loro impegno per aumentare gli scambi commerciali tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Compromesso sui migranti La diplomazia italiana parla di "buon compromesso" per descrivere quello raggiunto sui migranti. I leader, che affronteranno il dossier nella sessione di lavoro di domani, riconoscono come si debba partire da un approccio "globale", e sono pronti a mettere nero su bianco la necessità - a più riprese sottolineata dagli sherpa di casa nostra - di "una responsabilità condivisa" e quella di "coinvolgere, anche nel lungo periodo, i paesi di origine". Le posizioni tra i diversi Paesi non sono distanti anche se da Washington si spinge per ribadire l'importanza di proteggere i confini nazionali.

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