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Dopo aver pestato Emanuele Morganti ad Alatri, i due arrestati sono andati a vantarsi in discoteca

Katia Perrini
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Paolo Palmisani e Mario Castagnacci dopo aver selvaggiamente picchiato Emanuele Morganti si sono diretti in un locale di Frosinone, situato lungo la Statale Monti Lepini e qui, come raccontano alcuni testimoni sentiti dagli investigatori, si sarebbero vantati di aver pestato "uno che ci aveva risposto". Sono dettagli inquietanti quelli che emergono dopo il fermo dei due indagati. Alatri sembra aver cominciato a rompere il muro di omertà perché la morte di Emanuele è stata abietta e crudele. "Mio figlio alle medie era stato più volte oggetto di atti di bullismo da parte di Paolo Palmisani - racconta una donna che preferisce mantenere l'anonimato -. Lo stesso Paolo è stato sospeso più volte, da adolescente era già spietato e sadico. I due fermati sono uomini violenti con numerosi precedenti penali, attaccabrighe e assuntori quotidiani di cocaina".  Mario Castagnacci, infatti, era stato arrestato a Roma, mercoledì sera, nel suo appartamento con i coinquilini dai carabinieri che avevano trovato nelle stanze sostanza stupefacente (una trentina di dosi di hashish) pronta per essere spacciata. Il ragazzo accusato del brutale pestaggio di Emanuele Morganti, era stato messo ai domiciliari. Venerdì mattina, dopo la convalida da parte del giudice del Tribunale di Roma, l'uomo è stato rimesso in libertà. Nel pomeriggio dello stesso giorno, Castagnacci ha fatto ritorno ad Alatri dove nel corso della nottata avrebbe poi assassinato il povero 20enne. L'avvocato difensore, Tony Ceccarelli, ha rimesso il mandato di difesa ed ha consegnato la rinuncia in Procura a Roma. Questo ha fatto slittare l'interrogatorio del detenuto a Regina Coeli che insieme a Paolo Palmisani è in isolamento. Intanto tre buttafuori del disco pub Mirò di Alatri, il locale sequestrato dinnanzi al quale Emanuele Morganti è stato pestato a sangue, sono tra gli indagati che devono rispondere del reato di rissa. Secondo la ricostruzione della procura, almeno uno di loro avrebbe cacciato dal locale Emanuele. Non è chiaro poi cosa sia avvenuto sulla piazza di via Regina Margherita e quale coinvolgimento hanno avuto i tre della sicurezza del Mirò nel pestaggio del 20enne.

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