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Il flop dell'ente Microcredito

I contributi usati in gran parte per pagare il personale Per Monti non serviva, poi però l'ha rifinanziato

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Crediti piccoli, stipendi grossi. L'Ente nazionale per il microcredito (Enm), nato nel 2007 sotto il governo Prodi, non ha avuto il destino immaginato. Un'attività da più parti giudicata scadente e spesso messa sotto accusa; contributi statali di tutto rispetto, molti dei quali impiegati per pagare gli stipendi dei vertici e del personale; centinaia di migliaia di euro impiegati, negli anni, per le retribuzioni dei collaboratori. Il tutto tra un annuncio di morte e l'altro, sempre vanificati. L'Enm, il cui scopo è far arrivare prestiti, mettendo in comunicazione il terzo settore con le istituzioni pubbliche e private, alle persone che non offrono le necessarie garanzie alle banche, era stato inserito fra gli «enti inutili» dall'ex premier Mario Monti, che successivamente ne sposò la causa attribuendogli una parte del fondo di garanzia per piccole e medie imprese ed evitando di tagliare, come invece era previsto, i contributi pubblici. Il bilancio preventivo per il 2015 riporta, infatti, che le risorse statali sono ancora garantite, e corrispondono a un milione 707mila euro, proprio come l'anno precedente. Il totale della voce «costi di produzione» è di due milioni e 100mila euro (l'anno prima erano stati 2 milioni e 19mila euro). Fra questi ci sono un milione 230mila euro per i servizi (nel 2014 sonno stati un milione 93mila) e 240mila euro per il personale, il doppio del 2014, quando la spesa si era fermata a 120mila euro. Nel capitolo «altri costi di funzionamento organi» è certificata una spesa di 330mila euro, pari a quella dell'anno precedente. Il totale dei contributi statali ha però subito una variazione nell'aprile del 2015. Nella «relazione del segretario generale al primo provvedimento di variazione al bilancio di previsione» per il 2015, è infatti riportata una «variazione positiva» di quasi 300mila euro derivanti proprio dai finanziamenti statali (e una diminuzione di altre spese come convegni, congressi, meeting). Menzione a parte merita l'elenco degli stipendi attribuiti al presidente, l'ex deputato Mario Baccini, e al segretario generale. Il primo riceve 108mila euro lordi all'anno, pari a 5.100 euro netti al mese, mentre il Segretario generale del Comitato nazionale permanente per il microcredito, Riccardo Graziano, incassa ancora di più: 147mila euro. Il vicesegretario generale, Sebastiano Salvatori, si ferma a 50mila euro. Pochi mesi fa il presidente dell'Ente Baccini ha affermato che «con lo strumento del microcredito siamo riusciti a creare in Italia 20mila posti di lavoro». Fra le attività svolte dall'Enm si segnalano soprattutto forum sulla microfinanza, workshop sul lavoro, seminari, focus group, tavole rotonde, partecipazione a summit internazionali. Nel 2013 il Cda si è riunito una sola volta, e quell'anno, secondo la Corte dei Conti, le collaborazioni coordinate e continuative sono costate 30mila euro, mentre nel 2012 la spesa è stata di 150mila e nel 2011 ancora di più: 268mila euro. 

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