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La farsa della sicurezza nei parchi Le «colonnine-sos» sono tutte rotte

Alessio Buzzelli «Premere il pulsante fino al segnale acustico». Premiamo e attendiamo. «Allarme inoltrato, l'operatore sta entrando in contatto con voi». Ascoltiamo la voce metallica della...

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«Premere il pulsante fino al segnale acustico». Premiamo e attendiamo. «Allarme inoltrato, l'operatore sta entrando in contatto con voi». Ascoltiamo la voce metallica della colonnina gialla dell'sos e attendiamo ancora. I nostri immaginari aggressori si avvicinano. I minuti passano, il totem gracchia: «Allarme inoltrato, l'operatore sta entrando in contatto con voi». Gli aggressori sono ormai a pochi passi, la voce metallica s'incanta come un vecchio lp: «Allarme inoltrato, allarme inoltrate, allarme inoltrato...». «Game over», verrebbe da dire. La presunta vittima di un'aggressione scompare. Resta il cronista, registratore in mano, con l'indice piantato sul bottone rosso di una colonnina sos impazzita, rotta, probabilmente, già due sindaci fa. Ne abbiamo provate per voi 14, sparse nelle ville romane. Ebbene, da villa Doria Pamphili al parco di Monte Mario, non ne funziona nessuna. Nessuna. Qualcuna dà timidi segnali di sopravvivenza, altre tacciono ricoperte dai cespugli. Ad alcune manca addirittura il pulsante rosso per avviare la chiamata d'emergenza. Eppure nel 2001 il Campidoglio investì 200 milioni di lire per la sicurezza di turisti e romani. Oggi basta guardarle per capire che l'Amministrazione si è dimenticata della loro esistenza. Già dalle condizioni esterne in cui si presentano s'intuisce che la vostra sicurezza non è in buone mani: scritte, adesivi, ruggine, erbacce e annunci d'affitto le ricoprono totalmente mimitizzandole tra l'erba e l'immondizia facendo perdere agli Sos, a comiciare dalla vernice gialla, le loro caratteristiche distintive. La colonnina di Villa Mazzanti (Parco di Monte Mario), ad esempio, si fa fatica persino a scorgerla, ricoperta com'è da alte erbacce e piante rampicanti. E forse sarebbe stato meglio non vederla: l'altoparlante attraverso cui si dovrebbe chiedere aiuto è stato divorato dalla ruggine mentre il pulsante è sparito sotto una colata di vernice rossa. «La colonnina è perfettamente inutile - spiegano i ragazzi che dentro la Villa ci lavorano, anzi, è persino dannosa. Le alte erbacce che la circondano invogliano chi preferisce utilizzarle come copertura per bisogni e abluzioni». La colonnina non dà segni di vita, nonostante a pochi metri ci sia un parco giochi (sic!), un asilo nido (doppio sic!) e la sede di Roma Natura (triplo sic!). Ugualmente, nessun segno di vita si riscontra in quella nel Parco degli Scipioni, né in quella di Villa Sciarra. Il tempo passa ed evidentemente 13 anni di mancata manutenzione hanno mandato in tilt l'obsoleta tecnologia delle colonnine, già incomprensibile e prolissa nel suo percorso comunicativo per chi è in cerca d'aiuto. Schiacciando il pulsante, infatti, dovrebbe partire una chiamata via Gsm per la sala operativa del Centro Sos Beghelli di Crespellano, pronta a raccogliere l'allerta h24 e a girarla a sua volta ai numeri d'emergenza locali. Peccato che nelle rare volte in cui tale chiamata sembra partire, non risponda nessuno. Questo è il caso del totem di Colle Oppio (ingresso Via Mecenate) da cui, una volta pigiato il pulsante fino al segnale acustico, sentiamo una voce automatica ripetere ossessivamente e per diversi minuti il messaggio «allarme inoltrato, l'operatore sta entrando in contatto con voi». Nessun operatore entrerà in contatto con noi. A pochi metri c'è un chiosco con una signora anziana (la titolare) che ci guarda. La raggiungiamo per scusarci del fastidioso inconveniente ma lei ci rintuzza immediatamente: «Sono anni che fa così. Spesso i bimbi di passaggio premono il pulsante e la colonnina parte. Tranquilli, ci sono abituata». A Colle Oppio ne troviamo un'altra: qui manca direttamente il pulsante. E meno male, ci verrebbe da dire dopo l'esperienza appena passata. Stessa situazione per i tre totem di Villa Pamphili: quello di Largo III giugno 1849 cerca per lunghi minuti un operatore che evidentemente non c'è; a quello di Viale Anna Frank manca il pulsante; la colonnina di viale 8 marzo non risponde ad alcuno stimolo. Qualla di Villa Celimontana è invece irraggiungibile perché intrappolata all'interno di un cantiere. Noi però la raggiungiamo lo stesso. Sforzo vano: l'altoparlante non fa che ripetere di «premere il pulsante fino al segnale acustico». Un segnale acustico che non arriverà mai. Stessa litania dalla colonnina del Parco degli Aranci, da quella di Villa Ada e da quella di Villa Borghese, in Largo Picasso. Quella in via dei Cavalli Marini, invece, ha il pulsante incastrato. In summa: se in un'emergenza la prontezza e la velocità sono tutto, le colonnine gialle della Capitale sono fuori ruolo. Meglio fare da sé: se le vedi, «non ti curar di loro, ma guarda e passa». Di corsa.

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