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Cile, la comunità Lgbt a un passo dall'approvazione delle nozze

Roma, 29 nov. (askanews) - Il Senato del Cile voterà martedì (30 novembre) la legge sul "matrimonio egualitario", ovvero tra coppie dello stesso sesso. Per la comunità Lgbtq cilena, le nozze gay che diventano realtà rappresentano un modo per "sentirsi sicuri" e avere "stessi diritti e dignità" degli eterosessuali.

A Santiago del Cile Juan Carlos Rodrìguez, amministratore, e il compagno Juan Pablo Duràn, di professione avvocato, fanno coppia dal 2016 e sono in trepida attesa: "Quando ho chiesto a Juan (Carlos) - ricorda Juan Pablo - di sposarmi, ho dovuto cercare una frase, gli ho detto 'vorresti trascorrere il resto della tua vita con me?', perché non potevo dirgli 'vuoi sposarmi', perché in verità non ci stavamo sposando, in quel momento quello che stavamo chiedendo era un'unione civile era l'unica cosa a cui potevamo aspirare, ma 'vuoi unirti civilmente con me' non suona molto bene".

"Dopo che le approveranno, voglio che si chiami matrimonio, basta dire matrimonio egualitario, perché siamo tutti uguali - aggiunge Juan Carlos - e non può esistire una parola, perché sento che continua a separare, matrimonio egualitario e matrimonio, semplicemente matrimonio, punto, siamo tutti esseri umani e siamo tutti uguali".

Maria Cecilia Jara, dipendente amministrativa, e la compagna Marcela Paz Osorio, esperta mineraria e casalinga, vivono a Paine, circa 35 chilometri da Santiago, con la figlioletta di un anno e mezzo Maria Paz. Hanno 34 anni e stanno insieme dal 2018, quando hanno firmato un Patto civile, ma anche loro non vedono l'ora di sposarsi, soprattutto per vedere riconosciuti i diritti di entrambe sulla bimba: "Che ci siano dei cambiamenti veri, l'uguaglianza ora, ciò per cui si è lottato - spiega a France Presse Marcela Paz Osorio, che è la madre biologica - per noi ha un grande significato, lo desideriamo, lo speriamo e ne abbiamo bisogno, non capisco perché Maria Paz non possa esistere legalmente nella sua vita".

"Mi sentirò orgogliosa, perché potrò dire che ho una famiglia, sono sposata, matrimonio egualitario, ho gli stessi diritti di tutte le altre persone, pertanto lei è mia moglie, io sono sua moglie, abbiamo la nostra figlia, la mia famiglia è costituita legalmente, nessuno può portarmela via, nessuno può levarmela, mi sentirò sicura, mi sentirò felice".

Il 21 luglio scorso il Senato del Cile ha approvato la legge sul matrimonio egualitario, passata a larga maggioranza il 23 novembre anche alla Camera dei deputati. Il 30 novembre ripassa al Senato per alcune modifiche introdotte dai deputati, che appaiono tuttavia come una pura formalità.

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