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I 6 mesi in carica di Biden nel segno della diplomazia

Milano, 21 lug. (askanews) - Joe Biden sta festeggiando i sei mesi in carica, nel segno di un ritorno alla normalità per gli Stati Uniti, non soltanto sul fronte vaccini ma pure quello politico. Incassa risultati anche di immagine. Da ultimo il siparietto con il quarterback Tom Brady, leggenda vivente del football americano statunitense.

Brady, amico di lunga data di Donald Trump, ha criticato in maniera scherzosa l'ex presidente in presenza di Biden.

"Mi sono perso in una sola azione in 21 anni di gioco e hanno iniziato a chiamarmi Sleepy Tom. Perché dovrebbero farmi questo?" ha scherzato il 43enne Brady guardando Biden e con un chiaro riferimento al soprannome offensivo che Trump aveva affibbiato a Biden, "sleepy Joe".

Ma oltre all'ironia il nuovo esecutivo a guida Biden ha dimostrato di avere le idee chiare anche in politica estera. Le decisioni relative all'Afghanistan si affiancano all'azione diplomatica in Medio Oriente dove gli Stati Uniti hanno dimostrato di essere non un mero spettatore, ma un negoziatore chiave. Non a caso il re giordano Abdullah in un pranzo con il segretario di Stato Antony Blinken ha riconosciuto pubblicamente che "Washington fa così tanto" per il Medio Oriente.

In sostanza, gli Stati Uniti rimangono la principale potenza militare per il Medio Oriente e un garante indispensabile della stabilità regionale, nonostante i timori dei loro alleati del Golfo e il loro ritiro dall'Afghanistan. La Nato, mai come ora è in una posizione unica per respingere i poteri anti-status quo, dall'Iran alla Turchia sino alla Russia, con un chiaro riflesso anche sul Mediterraneo orientale. Ma gli Usa di Biden (e Blinken) sanno bene di dover usare principalmente diplomazia equilibrata, che in questi sei mesi hanno già dimostrato più volte.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio a cura di askanews

Immagini Afp, Nato

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