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Sinner, il nostro tennis può crescere col suo traino

Tiziano Carmellini

La favola continua! Dalle Atp Finals di Torino alla Coppa Davis fino agli Australian Open, nel nome di una crescita costante che continua sorprendere l’Italia e il mondo intero. Jannik Sinner non è più una sorpresa e si è preso di forza il diritto di entrare nel Gotha del tennis mondiale, di banchettare con i big di questo sport incredibile fatto di agonismo, tecnica, ma soprattutto testa. E quella di Jannik è solida, molto solida, in grado di mandare in tilt tutti i top player della racchetta. Il gesto di Medvedev subito dopo il ko di Melbourne è sintomatico: prima di abbracciare il rosso di San Candido ha allargato le braccia come per dire... non potevo far altro che arrendermi. Bravo!

 

  

 

Eppure stavolta Sinner ha camminato per un lungo tratto della sfida molto vicino all’orlo del baratro. Perché alzi la mano chi non ha pensato, dopo quei due set persi così male in avvio, che il sogno sarebbe finito lì. E invece Jannik si è rialzato, ha stretto i denti e ribaltato tutto costringendo gli organizzatori del torneo down-under, che apre la stagione del tennis, a incidere il suo nome sull’insalatiera alzata a fine gara nel tripudio del pubblico: primo italiano a vincere a Melbourne. Il lungolinea col quale ha chiuso la partita ieri mattina, è gemello di quello che tre giorni prima aveva chiuso la sfida col numero uno al mondo Djokovic: e in questo sport nulla è casuale. Sinner ha vinto dieci degli ultimi undici incontri giocati contro i top cinque del ranking mondiale. Il segnale è chiaro ed è arrivato a tutti, perché quella vista ieri è stata solo la prima di tante sfide che alimenteranno il tennis del futuro.

 

 

Djokovic, trentasei primavere, è pronto (o quasi) a lasciar strada alle nuove generazioni, ai nuovi eroi. Tra questi c’è sicuramente il 22enne di San Candido che dovrà farei conti con Medvedev sì (29 anni), ma soprattutto con Alcaraz, addirittura due anni più giovane dell’italiano: ma non sembra avere la stessa costanza di rendimento su tutte le superfici. Tra i due si prospetta una sfida a lungo termine tipo quella che qualche anno addietro fu alimentata dagli scontri Federer-Nadal. Il futuro del tennis sono loro... e pochi altri. L’Italia si gode il momento, torna a vincere uno slam quarantotto anni dopo e riprende a sognare in grande. Da Parigi ’76 a Melbourne ’24 la strada è stata lunga ma l’attesa è valsa la pena, perché uno così nasce una volta ogni tanto. Ma Sinner, dietro alla racchetta ha tanta altra roba, è un traino fantastico per le nuove generazioni, dimostrazione che si può approvare alla vita in maniera diversa. Eppoi è boom di iscrizioni alle scuole tennis in tutta Italia e questo è un gran bel segnale per un Paese che ieri mattina si è fermato per tifare e gioire insieme al suo nuovo Panatta. Ma i paragoni a Jannik rischiano di andare stretti: la favola è solo all’inizio, il sogno continua...