campione eterno

E' morto Mario Corso, addio al simbolo della Grande Inter

Simone Pieretti

Un altro protagonista della Grande Inter vola in Paradiso. E’ scomparso Mario Corso, talento assoluto che seppe illuminare la squadra di Herrera. Era soprannominato “Il sinistro di Dio” per fotografare la sua miglior dote, quella di calciare col suo piede mancino. Il club di Angelo Moratti lo prelevò dall’Audace San Michele, quando fece il suo esordio in maglia nerazzurra - in coppa italia, contro il Como - non aveva ancora diciassette anni. Fece subito gol, e fu una marcatura che gli regalò il primato - tutt’ora imbattuto - di più giovane goleador della storia interista. Era un’ala estrosa, rappresentava la parte fantasiosa di una squadra stellare, rocciosa, sapientemente guidata dal Mago Herrera. Ai gol, preferiva gli assist, per tre volte inserito tra i finalisti del Pallone d’Oro, non ebba mai l’opportunità di prendere parte alla fase finale di un Mondiale o di un Europeo. Negli anni d’oro vinse due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e quattro scudetti. Chiuse la propria carriera nel Genoa. Domani sera, in sua memoria, l’Inter giocherà con il lutto al braccio.