il maratoneta romano

Calcaterra: "Ecco come sopravvivere senza correre"

Valentina Lo Russo

Si accontenta del caro vecchio tapis roulant sentendosi anche privilegiato nei confronti di tutti i cosiddetti "malati" della corsa. Giorgio Calcaterra, ultramaratoneta, tre volte campione del mondo della 100 chilometri e vincitore per dodici volte consecutive della 100 km del Passatore, non può certo arrendersi al coronavirus e smettere di correre. E quindi corre…. ai ripari:  Come vive questo momento sia come atleta che come uomo?  "Le prime settimane le ho prese abbastanza bene, stare a casa era quasi piacevole. In fondo andiamo sempre a mille e un piccolo stop ci poteva anche stare. Ho cercato di vederla in maniera filosofica, un modo per riposarsi un po'. Poi tutte queste notizie sui runners mi hanno un po' infastidito, ho sentito molte critiche e da lì l' ho vista come una costrizione esagerata, ci si è scagliati troppo contro gli amanti della corsa come me."  E' riuscito a proseguire con gli allenamenti?  "Io ho la fortuna di avere a casa un tapis roulant, con cui riesco a correre anche 20 km al giorno senza nessun problema, anzi ne ho anche approfittato per vedere qualche film alla tv visto che corro in salone, tanto il tempo non manca di certo. Sapevo che si potesse correre anche all'aperto ma ho avuto la sensazione che molta gente si sia infastidita da chi correva e quindi ho lasciato perdere. Ma se l'hanno consentito in fondo così male non fa!".  In generale è preoccupato per la situazione?  "Sono di natura un ottimista e tendo a vedere le cose sempre in modo positivo. Sicuramente è una cosa catastrofica ma non eterna. Ho ricordi di papà e mamma che mi raccontavano della guerra, anche se questa in un certo senso è una guerra, abbiamo almeno la possibilità di mangiare. Almeno quelli più fortunati come me. Soffriremo un po', tireremo la cinghia, ma come tutte le epidemie del passato, anche questa passerà".  E' giusta la scelta del governo di consentire il jogging vicino casa?  "Certamente, anzi, doveva essere una decisione anche più appoggiata. Nell'opinione comune si pensa alla corsa come uno svago, ma in realtà è anche e soprattutto un modo per stare meglio, sia fisicamente che psicologicamente. Non tutti lo capiscono ma chi è abituato a correre può imbattersi in una situazione di stress se gli viene tolta la corsa. Dal mio punto di vista se uno corre da solo non vedo come possa infettare l'altro. Quelle poche volte che sono uscito ho sempre scelto orari adatti a stare da solo. Forse è più rischioso andare al supermercato. Mi aspettavo una campagna più ampia verso il movimento dei runners".  Come è possibile fare movimento in sicurezza?  "Se corro la sera senza nessuno, che rischio corro? Qualcuno mi dice che se mi vedono correre mi imitano, ma non lo trovo logico. Non possono crearsi assembramenti per colpa dei runners. Mi sembra un'esagerazione. Improvvisamente tutti ce l'hanno con noi"!  Che effetto le ha fatto vedere il video virale del runner inseguito da un agente?  "Mi è molto dispiaciuto. Molti hanno sorriso ma io l'ho trovata una cosa veramente brutta. Vedere uno che corre inseguito è fuori da ogni logica. Ovviamente si doveva fermare ma non stava facendo nulla di male. Non trovo giusto fermare chi semplicemente sta facendo sport. Di solito chi corre viene applaudito e ben visto, adesso è praticamente il contrario".  Che consigli può dare a chi vuole allenarsi a casa?  "Non consiglio molto la corsa in casa che vedo nei video. Non è una vera corsa perché è fatta di tanti rallentamenti e cambi di ritmo, quindi consiglio di prendere questo periodo come di rigenerazione e fare altre cose. Io stesso ho variato i miei allenamenti, sto provando il salto della corda ad esempio. Chi è abituato al lavoro aerobico deve cercare di ritrovare quelle endorfine che dà la corsa. Ovviamente lo yoga è qualcosa di diverso, fa bene ma non dà quell'euforia che riesce a dare la corsa. La stessa cyclette per chi ce l'ha mi sembra un'ottima soluzione. Io mi sono divertito con la corda che mi ha dato la stessa sensazione della corsa".  Cosa farà dopo la pandemia, quale sarà il suo primo obiettivo alla fine di tutto questo?  "Quando si potrà gareggiare di nuovo cercherò di tornare alla forma che avevo prima, purtroppo ormai la stagione è saltata. Avevo una gara di 100 km in Olanda a settembre che ovviamente è saltata, ma entro l'anno vorrei fare una buona 42 chilometri".