COMPLEANNO

I primi 60 anni del tedesco volante della Roma Rudi Voeller

Luigi Salomone

«Vola, tedesco vola», gli tributava la Curva Sud, parafrasando una hit di Lorella Cuccarini tanto in voga all’epoca. E lui, con quel baffo sempre curato e i riccioli d’oro, non si faceva pregare, segnando gol a ripetizione nella Roma dell’era Viola, tra le più amate di sempre dai tifosi giallorossi. Compie oggi sessant’anni Rudi Voeller, tedesco solo d’anagrafe ma latino di spirito, attaccante di razza che con la sua nazionale vinse il Mondiale di Italia 1990 e conquistò due argenti iridati a Messico 1986 e Corea del Sud 2002, in quest’occasione da ct. Senza dimenticare il secondo posto agli Europei di Svezia 1992. Insomma, un campione vero, che sbarcò a Trigoria nel 1987, per 5,5 miliardi delle vecchie lire, dopo aver esordito nel Kickers Offenbach ed essersi consacrato nel Monaco 1860 e, soprattutto, nel Werder Brema. La prima stagione in Italia, con Nils Liedholm in panchina, non fu granchè per Voeller a causa di una serie di infortuni che lo costrinsero addirittura ad operarsi. Meglio, decisamente, nell’annata successiva, che vide la punta teutonica chiudere a quota 10 reti, compresa quella della vittoria per 1-0 nel derby di andata contro la Lazio. Nella stagione 1989-1990, con l’arrivo in panchina di Luigi Radice, Voeller toccò le 14 marcature in campionato, contribuendo al raggiungimento della semifinale di Coppa Italia. La stagione seguente, stavolta agli ordini di Ottavio Bianchi, fu probabilmente la migliore del periodo italiano poichè la Roma arrivò a disputare le finali di Coppa Italia e Coppa Uefa, in quest’ultimo caso grazie a un gol decisivo del tedesco, a tempo quasi scaduto, nella semifinale contro il Broendby: la squadra giallorossa vinse il trofeo nazionale contro la Sampdoria fresca campione d’Italia, mentre perse quello continentale per mano dell’Inter; Voeller si laureò comunque capocannoniere in entrambe le manifestazioni. La stagione 1991-1992 fu l’ultima del tedesco in maglia giallorossa: l’attaccante lasciò infatti la capitale controvoglia quando, in vista del campionato venturo, venne assunto Vujadin Boskov. n totale scese in campo per la Roma 198 volte, realizzando 68 reti; un bottino di assoluto rispetto che contribuì, nel 2014, all’ingresso nella hall of fame del club giallorosso. Prima di intraprendere la carriera di allenatore, fece in tempo a vestire le maglie di Olympique Marsiglia e Bayer Leverkusen; a Roma tornò da allenatore il 30 agosto 2004, quando fu messo sotto contratto dopo le improvvise dimissioni di Cesare Prandelli. L’avventura del tecnico tedesco fu molto breve: Voeller si dimise il successivo 26 settembre, dopo quattro partite di campionato, a seguito degli scarsi risultati ottenuti. Un mezzo flop che però non gli costò certo l’amore di una piazza, quella romanista, che lo porta sempre nel cuore.